Riforma previdenziale, Cisl Fnp «Le pensioni non si toccano»

«Le pensioni non si toccano. Chiediamo al più presto un tavolo per confrontarci con il governo e stabilire assieme le priorità e gli interventi da per garantire più equità e giustizia». Questo è quanto chiede il segretario generale della Fnp Cisl Emilia Centrale, Adelmo Lasagni, a pochi mesi dalla stipula della legge di stabilità. «In questi giorni – continua – stiamo assistendo a numerose discussioni politiche in merito alla riforma previdenziale. La verità, però, è che le parti sociali non sono ancora state interpellate».

I pensionati della Cisl, unitariamente alle altre confederazioni, hanno perciò inviato una richiesta d’incontro urgente al ministero del Lavoro per discutere sulle possibili scelte da compiere in materia previdenziale. Il nuovo esecutivo deve collaborare con noi partendo dagli accordi già sottoscritti con il precedente governo. «Siamo riusciti a cambiare la Legge Fornero dando risposte concrete ai pensionati e ai lavoratori; ora dobbiamo intervenire per evitare lo scontro fra generazioni e garantire un sistema più equo dal punto di vista fiscale e pensionistico».

Secondo la Fnp non possono essere i pensionati a rimetterci e sono indispensabili alcune riforme e regole d’accesso più flessibili al pensionamento. «Servono, ad esempio, nuove deroghe per i lavoratori che svolgono professioni usuranti e nuove norme a sostegno dei lavoratori che non versano contributi in modo continuato con particolare attenzione ai giovani e alla necessita di favorire la previdenza complementare tramite detassazione. Occorre il riadeguamento al costo della vita delle pensioni in essere prevedendo per le stesse una reale azione perequativa, e lo scorporo della Previdenza dall’Assistenza.

Anche il “sistema welfare” deve essere rivisto in base all’invecchiamento della popolazione: troppi pensionati sono ancora lasciati soli e senza alcun tipo d’assistenza, ed allo stesso tempo serve valorizzare il lavoro di cura. Infine chiediamo una nuova salvaguardia a sostegno dei lavoratori esodati e la proroga della cosiddetta “opzione donna”». I pensionati non possono essere sempre i più svantaggiati. «Solo aprendo il confronto – conclude il segretario – sarà possibile individuare le priorità per garantire a tutti più giustizia. E i sindacati non possono non essere parte attiva nella riforma del sistema pensionistico».

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