A Napoli e nella Terra dei Fuochi aria serena dentro la tempesta

Il camposcuola di un gruppo di giovani universitari

La terra partenopea e le sue storie più vere
“Che bella cosa na jurnata ’e sole…” …Ne abbiamo preso tanto di sole, a Napoli, con il gruppo di giovani universitari impegnati nel consueto camposcuola estivo! Una settimana dal 4 al 10 agosto nella meravigliosa terra partenopea, alla scoperta non solo delle bellezze culturali e paesaggistiche, ma soprattutto delle sue storie più vere.
Perché Napoli? Ci serviva una meta vicina a Roma, luogo dell’incontro dei giovani italiani con il Papa, incontro a cui avremmo partecipato l’11 e il 12 agosto; Napoli rappresentava per noi una terra con tanto da dire e che in realtà non conoscevamo veramente.

Essendo questo un tempo di riflessione per la Chiesa e i giovani, ci siamo sentiti provocati e incuriositi da questo luogo così intriso di vita. Le bellezze indiscutibili del territorio e soprattutto i tanti contatti avuti tramite l’Azione Cattolica ci hanno permesso di programmare un camposcuola su misura per il nostro cammino e così… siamo partiti!

«Io so vivere solo così»
30 giovani carichi da tutta la diocesi, 4 educatori e con noi il fedelissimo assistente Ac don Francesco Avanzi: il nostro viaggio è entrato subito nel vivo con un’immersione a Spaccanapoli, cuore storico della città, contraddistinto dai vicoli stretti e alti lungo cui – schivando i motorini – si possono assaggiare le specialità culinarie, dalla pizza fritta al babà, ed ammirare i tipici presepi artigianali. Proprio qui, tra le maioliche di santa Chiara e i panni stesi, abbiamo scoperto la storia di un veneratissimo santo napoletano: san Giuseppe Moscati, che in queste strade ha vissuto e operato a cavallo tra ’800 e ’900.

Proprio lui, con la sua vita di medico eccellente dedicato ai più poveri, ha dato il giusto “La” al nostro viaggio, mostrandoci uno stile di vita affascinante: usare la propria professione come via di santità, esercitata con qualità e dedizione, senza risparmiarsi: “Ogni minuto è del Signore, ogni minuto è pieno. Io so vivere solo così”.

Se cambi la terra,  cambi le persone
Se la passione del medico santo ci è arrivata attenuata tramite i racconti e le foto, presto un’altra passione, viva e sgorgante, ci avrebbe travolto. La passione di chi sa amare la propria terra ed è disposto a difenderla e curarla con tutti i mezzi, se necessario.

I primi a svegliarci dal nostro torpore sono stati Alfonso ed Eleonora, responsabili dei giovani dell’Azione Cattolica di Acerra, comune fuori Napoli dove alloggiavamo.
Con grinta e dedizione ci hanno raccontato la storia della loro terra, la Campania Felix, fertile e generosa: la loro “Terra di Lavoro”, che oggi le cronache hanno tristemente ribattezzato “Terra dei Fuochi”. E di fronte alla nostra timida perplessità circa il continuare a vivere in una terra dove la probabilità di ammalarsi è significativa, ci hanno ribattuto con una decisione che non dà spazio al dubbio: “Che testimonianza daremmo se andassimo via?”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Elena Oleari su La Libertà del 29 agosto

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