Una ventina di giovani del Centro Sportivo Italiano sono arrivati in bicicletta dopo 620 km
29 ore sul sellino, 620 km di strada percorsa, 9.500 metri di dislivello in salita, 2 tonnellate di CO2 risparmiata, 30.000 calorie bruciate a testa, avremmo illuminato lo Stadio Olimpico per la durata di una finale di Champions League…
Domenica 5 agosto siamo partiti da Reggio Emilia: una ventina di giovani del Csi, casco in testa, piedi sui pedali, inforcate le biciclette, destinazione Roma. È Francesco ad averci convocati, insieme ad altri 90.000 giovani da tutta Italia, per la due-giorni 11-12 agosto in preparazione al sinodo del prossimo ottobre: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Con il Santo Padre abbiamo vegliato al Circo Massimo, con lui abbiamo pregato in piazza San Pietro. La sfida era preparare l’incontro di Roma con un cammino, fisico o spirituale. Molti i pellegrini, noi soltanto ciclo-pellegrini.
Nei sei giorni di prega-e-pedala abbiamo riflettuto sul libro di Giona e sul significato di mettersi in viaggio non sempre per la strada più comoda, non sempre nella direzione desiderata. Sudore alle tempie, denti stretti, asfalto rovente che brucia i copertoni, la salita verso il santuario di La Verna non è certo la strada più comoda, non lo è lo strappo per giungere alla basilica di San Francesco in Assisi, e non il giaciglio desiderato il pavimento di una palestra, o di un oratorio.
Continua a leggere l’articolo di Tommaso Fontanesi su La Libertà del 22 agosto