Beata Scopelli in carne e foto

Giovanna Borziani Bondavalli rivive l’ultima ricognizione

Appropinquandosi la festa della beata Giovanna Scopelli, in programma quest’anno il 7 e 8 luglio (si veda il riquadro giallo), nulla stimola più la memoria del gustoso reportage storico-fotografico appena pubblicato per i tipi delle Edizioni San Lorenzo da Giovanna Borziani Bondavalli (“Ricognizione canonica della beata Giovanna Scopelli”, 2018, 100 pagine, 15 euro). Non parliamo di una corposa biografia della vergine carmelitana reggiana, anche se la sua vita affiora comunque tra le pagine del primo capitolo, ma di un agile album che con l’aiuto di tante immagini artigianali – scattate dall’autrice con una macchina fotografica tascabile durante la ricognizione canonica del corpo della beata compiuta nel decennio scorso – ci fa riscoprire una figura sorprendentemente vicina e… concreta.

I lettori più accorti ricorderanno che proprio su queste colonne (cf. La Libertà del 7 febbraio 2018, pagina 10) Giovanna Borziani Bondavalli ha pubblicato un rilevante contributo storico che, recuperando la pagina del registro dei Battesimi dall’Archivio vescovile, ha posto fine una volta per tutte al dubbio sulla data di nascita della Scopelli, fissando quella autentica al 1439 (l’attestazione del Battesimo è del 2 agosto).

Laureata in Pedagogia e Filosofia all’Università degli Studi di Bologna, Giovanna Borziani, madre di quattro figli e nonna di dieci nipoti, si è abilitata in Lettere, materia che ha insegnato per più di trent’anni nelle varie scuole reggiane. Dopo la pensione si è dedicata alla ricerca su argomenti di storia reggiana frequentando numerosi archivi, pubblicando le sue ricerche sul Bollettino Storico Reggiano della Deputazione di Storia Patria delle Antiche Provincie Modenesi di cui è socio effettivo; ha al suo attivo più di venti pubblicazioni, in particolare due numeri speciali del Bollettino Storico Reggiano riguardanti la “Storia del cimitero suburbano dalle origini all’Unità d’Italia (1808-1861)” e una biografia della “Beata Scopelli, vergine reggiana (1439-1491)” tratta da documenti quattrocenteschi di notai e da vari documenti d’archivio dell’epoca.

Leggi tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 4 luglio

 



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