La Cresima, dono da condividere

LA PAROLA DEL VESCOVO – L’omelia di domenica 10 giugno a Crema

Pubblichiamo l’omelia tenuta dal vescovo Massimo Camisasca domenica 10 giugno a Crema, Diocesi di cui è pastore monsignor Daniele Gianotti, presso la parrocchia di San Carlo Borromeo, in occasione della festa del patrono di Crema san Pantaleone.
Durante l’Eucarestia monsignor Camisasca ha amministrato il sacramento della Cresima a un gruppo di ragazzi.

Cari fratelli e sorelle,
caro Daniele, confratello nell’episcopato,
carissimi ragazzi che state per ricevere il sacramento della Confermazione, tanti motivi di gioia e gratitudine mi hanno portato qui. Innanzitutto il rapporto di stima e amicizia che mi lega al vostro vescovo. Il vescovo Daniele è un figlio della Chiesa di Reggio Emilia. Egli è stato un professore apprezzatissimo. Ha inoltre ricoperto diversi incarichi per la Diocesi. Gli sono molto grato per questo servizio. Sono certo che anche qui, a Crema, si sia già fatto conosce-re e gradire per le sue capacità e la sua umanità.

Questa chiesa è dedicata a san Carlo Borromeo. È un santo a cui sono molto legato. Sono vissuto da piccolo sul lago Maggiore, nei luoghi da cui lui proviene. In ogni chiesa o cappellina in cui entravo, c’era una raffigurazione del vescovo milanese. A lui ho desiderato dedicare la Fraternità di sacerdoti missionari che ho fondato più di trent’anni fa. A lui, quest’oggi, desidero affidare l’episcopato del vescovo Daniele.

Un altro motivo di gioia è l’essere qui a celebrare le cresime di voi ragazzi. Come sapete, la cresima compie il cammino di iniziazione cristiana, un cammino iniziato da molto lontano. Cari ragazzi e ragazze, l’inizio della vostra storia con Dio, il primo incontro con lui, è avvenuto al momento della vostra nascita. Non potremmo nascere se non ci fosse Dio. Veniamo al mondo perché il papà e la mamma si sono amati, ma in realtà dietro c’è il Signore. È lui che ci ha voluti. È lui che ha infuso nel nostro corpo un’anima immortale. È lui che ci ha destinati a incontrarlo.

Leggi il testo integrale dell’omelia del vescovo Massimo su La Libertà del 20 giugno

 



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