Persone sorde: accoglienza da favorire

Un giro tra le diocesi italiane che fanno richiesta per insegnare ai sacerdoti la lingua dei segni italiana religiosa (Lis) e la labiolettura, affinché anche le persone sorde abbiano la possibilità di confessarsi liberamente ed essere accompagnate spiritualmente.
Luca Lamano ha 36 anni, della diocesi di Albano, lavora al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) dove si occupa di sordità, Lis applicata allo studio, valutazione e sviluppo di capacità cognitive.
All’impegno professionale Luca, che è affetto da sordità congenita, affianca un’instancabile dedizione alla evangelizzazione e alla catechesi: insieme a un gruppo di persone, ha da poco terminato la traduzione del Vangelo di Marco nella lingua dei segni e ora sta iniziando quella del Vangelo di Luca.

“Con una équipe di persone sorde e udenti di varie zone d’Italia, sotto la guida spirituale di un biblista e con altre persone esperte, supportiamo l’evangelizzazione attraverso la realizzazione di materiali per la catechesi. Oltre ai Vangeli, ad esempio, abbiamo tradotto diverse preghiere (“Le mie preghiere in Lis”, in collaborazione con l’arcidiocesi di Milano e il Pio Istituto per sordi, ndr) e avviato la formazione dei preti per sensibilizzarli sul tema dell’accoglienza”, tutto in collaborazione con il Settore per la Catechesi delle persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale.

Luca è cresciuto in collegio, un istituto speciale per sordi, e appena uscito si è allontanato dalla Chiesa: “Ho smesso di frequentare perché non capivo nulla; a cosa serve partecipare alla messa se non ti senti parte di qualcosa? Poi ho conosciuto una ragazza, che adesso è mia moglie, che frequentava il Cammino neocatecumenale. E le cose hanno iniziato a cambiare”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Riccardo Benotti su La Libertà del 13 giugno 



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