La donna, comunque madre

Molto partecipato l’incontro sul «genio femminile»

Il genio femminile è una regione del nostro rapporto con Dio che, in un certo senso, la Chiesa ha appena iniziato a scoprire. Il Vescovo, alla fine dell’incontro al Museo diocesano del 29 maggio, si spinge alla ricerca dei motivi di questo ritardo storico: una prima causa, filosofica e sociale, ha a che fare con la cultura occidentale e con la congiura di tanti poteri contro le donne; una seconda ragione è un certo femminismo radicale, che ha finito per ridursi a “scimmiottamento del maschio”.

È un don Massimo visibilmente soddisfatto, quello che conclude l’iniziativa promossa dal gruppo di servizio per la pastorale della cultura: la serata è riuscita sia per la qualità delle relatrici, sia per la partecipazione numerosa e attenta del pubblico. (clicca qui per vedere tutte le foto)
Autobiografico, anche: come quando riconosce che l’approfondimento del tema – “La donna e il suo genio”, titolo del Discorso alla Città nella festa di san Prospero 2017 – è tutto sommato recente nella sua vita, legandosi alla nascita di un Istituto femminile (le Missionarie di San Carlo) di cui è stato tramite appena dieci anni fa; o come quando ricorda il suo faticoso confronto con il Sessantotto – lui, compagno di classe di Mario Capanna – che propagandava tra l’altro la negazione della maternità.

Le sue parole, come già l’omelia nella solennità del patrono di Reggio, sono invece un inno alla fecondità della donna e un atto di gratitudine nei confronti delle tanti “luci di grazia” che, nell’Antico Testamento, hanno preceduto Maria, la piena di grazia, e di tutte le figlie, mogli e madri di oggi, quante permettono così alla Chiesa di unire passato, presente e futuro.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 6 giugno

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