Mia madre, santa Gianna

Venerdì 8 giugno, primo giorno di Festincontro, alle 21 ci sarà la testimonianza del figlio Pierluigi Molla

Sarà proprio lui, Pierluigi Molla, a dare una testimonianza della mamma santa Gianna Beretta Molla, morta per complicazioni da parto il 28 aprile 1962, a una settimana appena dalla celebrazione della Pasqua, dopo aver dato alla luce il suo quarto bambino, Gianna Emanuela, come papà Pietro, l’ingegner Pietro Molla, volle che venisse chiamata la figlia in ricordo della mamma e del suo sacrificio.
Era stata, infatti, una gravidanza molto difficile, con la comparsa al secondo mese di attesa di un fibroma uterino, assolutamente da asportare, anche se Gianna aveva chiesto al chirurgo, prima dell’operazione, di salvare la vita che aveva in grembo, a scapito della sua. Poi, dopo il parto, si erano verificate purtroppo le temute e previste complicazioni. Gianna si era quindi spenta a soli 39 anni.

“Meditata immolazione”, così l’ha definita Paolo VI nell’Angelus domenicale del 23 settembre 1973, ricordando una madre della Diocesi di Milano che, per dare la vita alla sua bambina, sacrificava con meditata immolazione la propria.
Pierluigi aveva solo 6 anni alla morte della mamma. A lui erano seguiti Maria Zita (detta Mariolina, sepolta poi accanto alla mamma, perché morta pochi anni dopo a seguito di una grave malattia), Laura e, come abbiamo già riferito, Gianna Emanuela, oggi consigliera e segretaria della Fondazione Gianna Beretta Molla.

Una bella famiglia, quella da cui proveniva Gianna, la decima di 13 figli, tra cui si annoveravano due sacerdoti e una suora, Alberto medico cappuccino e missionario, Giuseppe sacerdote ingegnere della Diocesi di Bergamo, Virginia medico e religiosa canossiana.
I genitori, poi, erano terziari francescani. Questo era l’humus da cui proveniva Gianna.

Continua a leggere tutto l’articolo di Maria Chiesi su La Libertà del 30 maggio

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