Dolce camminare con Cassiano

Incontro con l’autore del libro «Custodire il cuore»

Tristezza, noia, ira: si possono vincere? È possibile sperimentare una pace duratura? Possiamo tornare a stupirci delle meraviglie di questo mondo, come quando eravamo piccoli? Sono soltanto alcune delle domande a cui il nuovo libro di Gianluca Attanasio, “Custodire il cuore. Attualità del messaggio di san Cassiano” (Edizioni Messaggero Padova, 200 pagine, 15 euro) cerca di rispondere.
La presentazione ha luogo alla Libreria All’Arco di Reggio nel tardo pomeriggio di venerdì 18 maggio, con gli interventi dell’autore e del suo più caro amico, don Massimo Camisasca, affiancati da due reggiani, Matteo Ponticelli e Matteo Orlandini.
Per non lasciare in sospeso troppo a lungo i quesiti iniziali diciamo che nel nuovo lavoro di don Attanasio, “Atta” per gli amici, il tentativo di risposta trova soddisfazione.

Paradossalmente, non grazie a ricerche sociologiche aggiornate o a qualche “influencer”, orribile neologismo per designare figure interessate di cui pullula il mondo dei social, ma attraverso il recupero di uno dei padri dell’Occidente che secoli or sono parlava e scriveva solo per i monaci. San Cassiano: digitando il suo nome su Google il motore di ricerca mostra hotel e proposte di vacanze sulla neve in Alta Badia, il che la dice lunga su come quest’uomo nato intorno al 360 dopo Cristo in Dobrugia (l’antica Scizia minore, corrispondente all’attuale Romania) sia stato bellamente dimenticato dai più. (clicca qui per vedere tutte le foto)

Eppure molte delle cose che ci ha lasciato sono utilissime per chi vive tra le angosce e la confusione dell’oggi, in quel mondo in cui – come dice Renato Zero, citato nell’introduzione al testo – “saltare da un pensiero all’altro, da un desiderio all’altro in continuazione è una maledizione, che ci rende perennemente insoddisfatti”.
Insomma più sapienza che non tramonta e meno flash illusori, più san Cassiano e meno smartphone, sembra sussurrarci don Gianluca, guardando questo gigante della spiritualità che, immerso nel silenzio, nella preghiera e nella vita comunitaria, ha saputo scandagliare l’animo umano con singolare acutezza, indicando nella radicalità evangelica la sorgente della felicità.

Leggi l’intero articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 30 maggio

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