Memoria da purificare e umiltà nel cammino di riconciliazione

L’omelia di don Dossetti nella festa della Liberazione

Pubblichiamo l’omelia pronunciata da don Giuseppe Dossetti junior, parroco dell’unità pastorale “Santa Maria Maddalena” di Reggio Emilia, nella Messa in Ghiara il 25 aprile scorso, anniversario della Liberazione.

Questa mattina ho incontrato un signore che mi ha raccontato come ha vissuto il 25 aprile del 1945.
Mi ha detto: “C’era una grande gioia, di chi si sentiva finalmente libero. Le campane hanno suonato tutto il giorno…”. Penso che davvero sia stato un giorno di grande gioia, per la liberazione da un regime inumano. Ha segnato la fine delle operazioni militari, almeno di quelle su larga scala in Europa. Ma, con un’attenzione più fine e con la consapevolezza che nasce dai tanti anni trascorsi, dobbiamo dire che si è trattato di un momento, certo importantissimo, ma comunque di un momento di un processo che è continuato anche dopo e che continua ancora. Questa è la ragione per la quale la data di oggi dev’essere un giorno di profonda riflessione e di sincerità.

Anzitutto, non si è passati in modo immediato dalla guerra alla pace. Consiglio la lettura di un libro di Victor Sebestyen, La guerra in tempo di pace, che descrive quanto è accaduto nel 1946: quanta sofferenza, quante violenze, quanti morti.
La pace richiede un esame sincero di se stessi e una profonda conversione del cuore. Non averlo fatto nel 1918, è stato all’origine di un secondo conflitto mondiale ancora più terribile.

Continua a leggere l’articolo di Giuseppe Dossetti su La Libertà del 16 maggio

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