Abuso ai minori fisico e psicologico

Pubblichiamo un articolo di approfondimento a firma del professor Umberto Nizzoli, psicologo clinico, presidente della Società Italiana Disturbi del Comportamento Alimentare, già direttore del Dipratimento Salute mentale e Dipendenze patologiche dell’Ausl reggiana.

Le locandine “urlano” i titoli più potenti per attirare l’attenzione dei lettori; i casi di violenza ai minori sono spesso lì a richiamare il pubblico. Le malefatte ai bambini continuano inarrestabili? La gente si chiede: è sempre stato così o oggi è peggio?
Le organizzazione mondiali dedicano addirittura un mese alla prevenzione dell’abuso. Un mese! Per altri temi c’è un giorno dell’anno, per questo tema un mese! Aprile. Perché?
Perché si dovrebbe prevenire e invece continua, come sempre: non si sta facendo abbastanza.

Praticamente in nessuna parte del mondo si è raggiunto quel livello di civiltà che espelle dalle pratiche “educative” l’abuso ai piccoli. Sì, perché comportamenti come umiliare o cinghiare sono considerati ancora da certuni come metodi correttivi. C’è molto da fare in termini di coscienza e di competenza.
Ma vediamo di cosa si parla quando si dice “abuso ai minori”.
Vediamolo partendo dai lavori di uno degli istituti di ricerca e scientifici più accreditati al mondo, il CDC di Atlanta, l’istituto medico cui ci si rifà normalmente quando si parla delle gravi epidemie che minacciano il mondo, Tbc, SARS, Zyka, Ebola… Abuso, appunto.

Il maltrattamento sui minori include tutti i tipi di abuso e di negligenza fatti da un adulto, genitore o altro che sia.
Sono quattro i tipici maltrattamenti sui minori:
• l’abuso fisico: cioè l’uso della forza fisica, come colpire, calciare, scuotere, bruciare;
• l’abuso sessuale, cioè l’induzione o la costrizione a compiere atti sessuali. Esso include comportamenti come l’accarezzare, il penetrare e l’esporre un bambino ad attività sessuali;
• l’abuso emotivo (psicologico), cioè comportamenti che danneggiano l’autostima o il benessere emotivo di un bambino. Esempi comuni sono il deridere, l’umiliare, il provocare vergogna, rifiuto, il minacciare pesantemente;
• la negligenza, cioè l’incapacità di soddisfare i bisogni fisici ed emotivi di base di un bambino, come l’alloggio, il cibo, il vestiario, l’istruzione o le cure mediche.

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