Matrimonio indissolubile: una condanna o un dono?

La proposta della Fraternità «Sposi per sempre»

“Il Suo Amore è per sempre”
(Salmo 35)

“Sposi io e te per sempre, perché l’ho promesso davanti a Dio, nella gioia e nel dolore, di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita anche se dovesse succedere che te ne vai via da me”.
Così Emanuele Scotti, venerdì 13 aprile, a Correggio, invitato dal Circolo culturale “Pier Giorgio Frassati”, ha parlato di sé, di uomo sposato e lasciato dalla moglie quasi vent’anni fa e del percorso fatto fino a far nascere la Fraternità “Sposi per sempre”, uomini e donne, che guidati da monsignor Renzo Bonetti, anche se separati dal coniuge, hanno deciso di rimanere fedeli a quella promessa fatta il giorno del matrimonio.
Una fedeltà e castità vissute come monaci in unità con il Signore attraverso la preghiera, la formazione e la condivisione vivendo così il matrimonio.

Una fedeltà, dice Scotti, non facile, ma che ha ricollocato le cose al posto giusto, preservandoci da sentieri dolorosi e bassi. Un cammino invece “alto” che don Renzo Bonetti ha fatto intravedere loro come strada di salvezza.
Un dolore, la separazione, che ti distrugge, in cui ti sembra di morire, ma che va vissuto fino in fondo, senza cercare frettolose soluzioni, ma “sanguinando”, perché lì il Signore verrà e ti risolleverà con il suo amore, indicandoti la strada: amare il coniuge anche quando se ne è andato e magari ha una nuova persona e addirittura nuovi figli accanto.

Continua a leggere l’articolo di Fernanda Foroni su La Libertà del 25 aprile

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