FAMIGLIA. In Regione le proposte congiunte del Forum e di tre vescovi
Una insolita delegazione che potremmo definire del “bene comune” ha recentemente incontrato i vertici della Giunta della nostra Regione per parlare di progetti per la natalità e il benessere familiare.
I vescovi Zuppi, Ghizzoni e Solmi e la presidenza del Forum delle aAssociazioni familiari dell’Emilia Romagna hanno proposto una serie di interventi da adottare a breve e medio termine per affrontare la progressiva riduzione delle nascite, di cui si avvertono sempre più le drammatiche conseguenze.
Al progressivo invecchiamento della popolazione si aggiunge il dato, che anche da noi si sta manifestando, delle famiglie in povertà assoluta di reddito, nonostante il contesto economico e sociale della Regione esprima dati positivi rispetto al quadro dell’intero Paese.
Mi riferisco al tasso di occupazione che è al 68% della forza lavoro, a quello di disoccupazione pari al 6,4%, con un PIL dell’1,7% sopra la media italiana, una produzione industriale del + 2,9% e un export manifatturiero del + 6 % sempre rispetto alla media italiana.
Ma una lettura più ampia del contesto sociale ci permette di valutare appunto le conseguenze dal calo demografico con dati tutt’altro che tranquilizzanti: più di 1 milione di persone oltre i 65 anni, 350 mila grandi anziani (l’8% oltre gli 80 anni).
Questi dati si saldano con la polverizzazione delle strutture familiari: il 34% delle famiglie dell’Emilia Romagna sono costituite da una sola persona, spesso anziana (il 41%); le famiglie monoparentali sono quasi 170 mila, di cui per l’80% madri sole con figli.
E il 38 % delle famiglie ha nel proprio nucleo almeno una persona con più di 65 anni.
Pesante poi il numero delle famiglie dell’Emilia Romagna in povertà assoluta di reddito: nel 2012 rappresentavano il 4,5% del totale e cioè 91.341 famiglie!
Di qui l’esigenza e l’urgenza di scelte politiche e amministrative volte con priorità assoluta al benessere familiare, in quanto le famiglie svolgono una funzione fondamentale nella società di solidarietà e coesione sociale, di creazione del welfare e di assolvimento di numerosi compiti per la qualità della vita presente e per lo sviluppo della società futura.
E allora i settori di intervento che rispondono a questa ormai indilazionabile esigenza dell’intera società che vuole correggere le iniquità che oggi vivono le famiglie e, in particolare, quelle numerose, sono sostanzialmente: la nascita della famiglia (lavoro per i giovani, casa per le giovani coppie); la nascita e crescita del primo figlio (asili, conciliazione lavoro-famiglia); la crescita di altri figli (politiche fiscali e tariffarie, sostegno al reddito) ; compiti di cura (malati, anziani, disabili) e educativi; reti di famiglia.
Continua a leggere l’articolo di Maurizio Rizzolo su La Libertà del 18 aprile