Luzzara in festa: «Quale gioia… andremo alla casa del Signore»

La chiesa parrocchiale è stata finalmente riaperta

“Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore»… (salmo 122,1). Con questa citazione il parroco di San Giorgio in Luzzara don Piergiorgio Torreggiani ha manifestato la gioia della comunità all’evento tanto atteso: il rientro nella chiesa parrocchiale. “Il contesto che ispira l’autore del salmo – ha spiegato don Piergiorgio il 24 marzo – è quello della ricostruzione del tempio di Gerusalemme dopo l’esilio… Il popolo aveva a disposizione il materiale necessario in abbondanza; era venuto però a mancare quello spirito interiore che lo spingesse ad impegnarsi seriamente a ricostruire sì le mura in pietra, ma soprattutto la dimora del cuore. (…) Quando finalmente si arriva alla consacrazione del nuovo tempio durante le festività pasquali, i capi del popolo e tutti i fedeli sono invitati a salire insieme verso la casa del Signore. Solo l’unità dei cuori e delle anime può farli veramente gioire alle porte di Gerusalemme e del tempio. Solo in questo modo la ‘casa del Signore’ diventa anche la loro casa, luogo in cui si manifesta la pace, la bontà, l’unità, la volontà continuamente rinnovata di riconciliarsi con il Signore, con ogni fratello”.

Oggi come allora la comunità di Luzzara, per tanti anni “esule” dalla propria casa a causa del sisma del 20 e 29 maggio 2012, dopo averlo tanto desiderato e averlo tanto a lungo atteso, fa di nuovo ingresso nella propria chiesa. è stata un’esperienza di morte e rinascita che la comunità ha vissuto con consapevolezza e dalla quale ha tratto profondo insegnamento, come ha sottolineato don Piergiorgio: “Questo ci ha detto tre cose di cui fare tesoro. Prima di tutto che non possiamo continuare come se nulla fosse accaduto. Non si vedono più le stigmate nel nostro edificio, tornato al suo splendore e forse anche meglio, ma rimangono le ferite nel cuore a ricordarci che il cielo e la terra passeranno, mentre solo le parole del Signore non passeranno. Secondo: il disagio vissuto dopo il terremoto ci ha fatto percepire solo in minima parte quello che invece stanno soffrendo le popolazioni di altri luoghi colpiti dal sisma, soprattutto quelle del centro Italia. Terzo: Dio ci è stato sempre vicino e ci ha fatto comprendere che non risiede solo in un edificio sacro, seppur bello come il nostro, ma che è in ogni luogo dove i suoi figli si riuniscono nel suo nome”.

Continua a leggere l’articolo di Alberto Calza su La Libertà dell’11 aprile

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