Pasqua ed Esodo

“Il Signore disse a Mosè: Consacrami
ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti – di uomini o di animali – :
esso appartiene a me…”

FESTA DEL PASSAGGIO DEL SIGNORE – Dio comanda a Mosè di celebrare la Pasqua 1. Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d’Egitto: Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa […]. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come una festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne (Es 12, 1,14). Con l’istituzione della Pasqua inizia, possiamo dire, la storia del Popolo ebraico, del popolo di Dio, di Dio che partecipa in prima persona alla liberazione del suo popolo. Infatti, il testo al capitolo 12,42 ci dice che Dio stesso quella notte vegliò e fece uscire i figli d’Israele dall’Egitto.
La critica storica delle fonti ha discusso molto sulla Pasqua (Pesach 1) e sulla festa degli Azzimi (Mazzot 2), festa dell’inizio del nuovo raccolto, in cui si consumavano tutte le vecchie provviste di frumento e farina, per non contaminare il nuovo raccolto. Le due feste prima erano distinte, ed è stata la tradizione sacerdotale (P) a collegarle, come si evince da Es 12,1-20,40-51; Lv 23,5-8; Nm 9,1-14; 28,16-25 e Dt 16,1-4. Come osserva Paolo De Benedetti 3, nell’unificazione delle due feste (sacrificio dell’agnello e azzimi) si celebra la riconciliazione delle due linee (Pastorizia, Agricoltura), quella di Caino e quella di Abele tragicamente contrapposte con l’uccisione di Abele. Esse qui si riconciliano attorno alla mensa.

Continua a leggere l’articolo su “La Libertà”. LA VERSIONE INTEGRALE È SUL NUMERO DEL 28 MARZO 2018 A PAGINA 13.

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