Il liberalismo? Malato in sé

Alle origini della crisi (esistenziale) dell’Occidente

Un saggio utile per decifrare il momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato da un disorientamento diffuso, dalla privatizzazione della religione e dal regime totalitario dell’io. Un libro anti-ideologico, pieno di dati, perché scritto da un giornalista, e di domande per stimolare il dibattito. Così il vescovo Massimo Camisasca presenta l’ultima pubblicazione di Mattia Ferraresi, “Il secolo greve. Alle origini del nuovo disordine mondiale” (Marsilio, 175 pagine, 16 euro) in apertura dell’incontro alla Libreria All’Arco di Reggio nel tardo pomeriggio di lunedì 5 marzo, in una giornata “greve” di pioggia e nuvole.
Parole nette, nel testo del corrispondente de Il Foglio dagli States, ma anche numeri. Fa riflettere per esempio la statistica, citata dal Vescovo nella sua introduzione, sui morti in America per overdose nel 2015: 52.000 persone, il doppio delle vittime rimaste uccise in incidenti sulle strade. (clicca qui per vedere le foto)

Ferraresi, commenta monsignor Camisasca, non si accontenta di vedere le ragioni politiche ed economiche del disagio che si manifesta in varie forme nel nostro tempo, ma va alle radici della crisi antropologica, con due termini a scandire un mesto leit motiv: solitudine e assenza di scopo. D’altra parte il senso di disperazione che l’autore fotografa in America in realtà è una condizione più generale, in cui non è difficile ritrovare il Vecchio continente.

Nel suo intervento Giovanni Ferrari, specializzando per l’esame da magistrato, oltre a lodare la “prosa incalzante” di Ferraresi, centra il nocciolo della questione quando distingue i sintomi dalla malattia. Se perfino Trump, leader del mondo libero, ha (più di) un problema con il mondo liberale, se ovunque rialzano la testa i nazionalismi e crescono movimenti identitari e “populisti”, se una politica grossolana mostra i segni anticipatori di un Occidente meno equo, meno libero e meno giusto, tutto questo è spia di una crisi profondissima. Uno smottamento interiore che scaturisce dalla disillusione rispetto alle promesse di autocompimento generate dal liberalismo come ideologia.

Leggi il testo integrale dell’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 14 marzo

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