Rivoluzione sovietica, 1917: un centenario da ricordare

Giovanni Codevilla ospite del circolo «Frassati»

“La Russia è un rebus, avvolto in un mistero, racchiuso in un enigma”, diceva Winston Churchill. Di questo enigma all’ennesima potenza fa sicuramente parte anche il colpo di Stato che i bolscevichi operarono nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1917 (il 7 novembre secondo il calendario gregoriano), la cosiddetta Rivoluzione d’ottobre, che ha segnato profondamente tutto il Novecento.
Enigmatico, per esempio, è il fatto che il comunismo – che Marx ed Engels teorizzavano potesse affermarsi solo dove il capitalismo e la classe operaia erano più sviluppati – trionfò in un territorio immenso in larghissima parte rimasto fermo alla “civiltà contadina”. E che un impero come quello zarista, fondato sui tre pilastri di “autocrazia, ortodossia e popolo”, venne sì abbattuto, ma per risorgere nelle forme di un poderoso e inedito “impero sovietico”.
La Rivoluzione d’ottobre resta insomma uno di quegli eventi epocali che si prestano a diverse e complesse analisi.

Il circolo culturale “Piergiorgio Frassati” di Correggio ha deciso di rileggerla, lo scorso 19 e 20 febbraio, a centenario ancora fresco, scegliendo come prospettiva quella della persecuzione anticristiana scatenata dal bolscevismo subito dopo la presa del potere. E lo ha fatto con l’aiuto di uno dei massimi esperti in Italia di questo tema, Giovanni Codevilla, docente per quarant’anni all’Università di Trieste di Diritto dei Paesi dell’Europa orientale e di Diritto comparato, autore tra l’altro di una recente e monumentale storia della Russia in quattro volumi pubblicata da Jaca Book.

Leggi tutto l’articolo di Fernanda Foroni su La Libertà del 7 marzo

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