Volti e testimonianze dal convegno missionario diocesano
“Secoli fa, molti uomini hanno attraversato mezzo mondo per far sapere alla gente che Dio esiste… oggi sono qui a continuare questo percorso sacro e luminoso”. Così don Pietro Sun, cappellano della Comunità cinese a Reggio Emilia, ha dipinto l’icona missionaria dello scambio tra Chiese, intervenendo domenica 25 febbraio al convegno organizzato in diocesi dal Centro Missionario e dall’Ufficio Migrantes sul tema “Cina, così viCina. Sfide per un cammino comune”. Il suo arrivo in diocesi, lo scorso anno, rappresenta una presenza preziosa per le nostre comunità ed è un segno che porta il pensiero all’opera svolta nel tempo da tanti missionari arrivati in Cina.
Lo sa bene padre Gianni Criveller, missionario del PIME e tra i maggiori esperti del cristianesimo in Cina, che nel tradurre in cinese alcuni testi di don Lorenzo Milani si è imbattuto in una sua lettera “che parla dei missionari cinesi che verranno in Italia per ‘rievangelizzare’ l’Italia che avrà perso la fede… Negli anni ’50 sembrava una fantasia – ha detto padre Criveller al convegno – , ma oggi questa intuizione profetica si sta realizzando, se guardiamo alla presenza di alcuni missionari cinesi in terra italiana”.
Attraverso una ricca esposizione di fotografie, tra reperti storici (il più antico risale al 635 dopo Cristo, la stele di Xian) e opere artistiche, padre Gianni ha ripercorso l’opera dei missionari e il cammino cristiano in terra cinese, segnato a più riprese dal martirio per le varie repressioni avute in Cina nel corso della storia, ma anche impreziosito dalla commistione con altre religioni, come testimonia ad esempio l’icona mariana che richiama la Dea della Misericordia, divinità buddista che nasce dall’incontro con il cristianesimo. Sono tanti i missionari giunti in Cina da più parti, a cominciare dalla Persia, appartenenti a diverse famiglie come quella francescana (arrivata in Cina prima di Marco Polo), quella gesuita, cui apparteneva Matteo Ricci, che ha percorso la via del dialogo e dell’amicizia per comunicare il Vangelo. Tante le persone che hanno lasciato il segno, come il cardinale Celso Costantini che nel Novecento diede una svolta storica al processo d’inculturazione e volle i primi vescovi cinesi, superando lo stigma di colonialismo di Chiesa straniera in Cina e avviando scuole che esprimessero il cristianesimo in stile cinese.
Leggi il testo integrale a cura del Centro Missionario Diocesano su La Libertà del 7 marzo