Quando in Santo Stefano don Guglielmi dirigeva la parodia «Odissea»

Da La Libertà del 28 febbraio

Quarantuno anni fa i giovani della parrocchia cittadina di Santo Stefano presentavano in anteprima alla loro comunità lo spettacolo teatrale Odissea, parodia da loro ideata e allestita del celebre poema epico. Era il 1977 allorché la commedia veniva inscenata per una ristretta platea d’amici, parenti, conoscenti. Gli spettatori, quella sera, lasceranno la sala letteralmente stupiti delle potenzialità creative messe in campo da uno sparuto gruppo di comparrocchiani 18-25enni che forse pensavano (sbagliandosi) di conoscere già del tutto. Sì, perché la versione rivisitata e in parte attualizzata di quell’opera senza tempo, allestita da ragazzi e ragazze sotto la supervisione dell’indimenticato don Luigi Guglielmi, regista e convinto sostenitore del progetto, fu indubbiamente innovativa, considerati i canoni dell’epoca.

Faticoso ma galvanizzante il lavoro di adattamento dei testi (sia delle parti di recitato che degli inserti cantati), affidato al tandem Giuseppe Maria Codazzi-Carlo Menozzi, oggi, rispettivamente, affermato fotografo e diacono permanente. La pièce accompagnò il pubblico dentro le gesta di Ulisse e degli immortali protagonisti di quel componimento, fra spezzoni declamati e brani celebri della musica leggera (canzoni riscritte con parole ad hoc, rispettandone melodia, metrica e spirito), proiettando le vicende narrate sotto una luce dissacratoria ma non troppo, porgendo in modo colorito gli avvenimenti senza con ciò svuotarli di significato.
Fu un successo. Al punto che da diverse parti chiesero alla compagnia di replicare, e così avvenne, nei mesi successivi, in più di un’occasione. La Libertà del 16 aprile 1977 salutò con favore l’impresa, descrivendola come un’esperienza coraggiosa e originale, forse non espressamente “edificante”, ma mossa da un intento non meno nobile: regalare agli astanti, attraverso la rilettura di un grande classico, una parentesi di divertimento e sane risate.

Sabato 10 febbraio, a più di quarant’anni di distanza, il “cast” al completo, orfano nel frattempo, purtroppo, di don “Gigi” e di Elena De Pietri (c’era invece il parroco di allora, don Vasco Rosselli), si è dato ritrovo in quegli stessi luoghi per ricordare e rivivere quell’epopea. A fine reunion si sono salutati con il proposito di tener fede a quella che è diventata una specie di promessa, di patto d’amicizia fra tutti i membri della compagine: riportare in scena, prima o poi, quello spettacolo. Dal momento del ritrovo sono trascorsi circa una ventina di giorni, chissà che i nostri non siano già al lavoro… Riallestirlo sarà probabilmente un’odissea, ma ne varrà certamente la pena.

Matteo Gelmini

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