Le proposte di Didattica e Innovazione Scolastica
In questa campagna elettorale, la grande assente è la scuola.È un’assenza grave, perché nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, la questione educativa rappresenta non una, ma la principale emergenza del nostro Paese.
La scuola, infatti, è il luogo privilegiato dove una comunità di adulti opera per l’educazione e l’istruzione dei giovani, mettendo in gioco metodi, strumenti, contenuti propri della professione docente. La presenza di adulti, educatori, insegnanti e dirigenti che ogni giorno entrano in classe e accettano la sfida del rapporto con bambini e ragazzi rappresenta la vera speranza di rinnovamento della scuola. Infatti, anche nelle situazioni più difficili, è il continuo mettersi in gioco di figure appassionate al proprio mestiere e al destino dei giovani che hanno davanti che rende possibile l’esperienza educativa, la loro crescita umana, culturale e professionale.
Alla politica chiediamo di rimettere al centro la funzione originale e specifica della scuola, ricostruendo le condizioni di una stima sociale nei confronti dell’istituzione e della figura del docente come professionista. Desideriamo che l’appuntamento elettorale possa rappresentare l’occasione per un confronto che, superando sterili contrapposizioni, dopo vent’anni di riforme e controriforme di cui la scuola è stata più oggetto che protagonista, consenta di avviare una riflessione che coinvolga più soggetti interessati – istituzionali, politici, culturali, economici – per individuare insieme le criticità da affrontare e per definire alcuni importanti e necessari interventi in una strategia però di largo respiro. A 70 anni dalla entrata in vigore della Costituzione riteniamo necessaria una “Costituente per la scuola”, perché la scuola è un bene comune di tutto il popolo, dove si possono porre le basi per un nuovo sviluppo, economico e sociale, del Paese.
1. Investire sull’autonomia delle scuole
Rilanciare l’autonomia scolastica, sempre esaltata, ma di fatto profondamente limitata da una serie di vincoli e da ricorrenti spinte centralistiche specie dell’amministrazione, rappresenta la condizione necessaria affinché la comunità scolastica possa essere davvero protagonista dell’offerta formativa corrispondente alle esigenze dei ragazzi e delle necessità delle famiglie.
• Aumentare gli investimenti per la scuola ritoccando la percentuale del Pil da destinare al Sistema Nazionale di Istruzione, indirizzandole soprattutto su aspetti nevralgici (edilizia, sicurezza, qualità della vita scolastica, eccetera); assegnare le risorse economiche direttamente alle scuole, valorizzando le loro capacità organizzative e gestionali, anche semplificando gli adempimenti burocratici con l’eliminazione dei lacci e lacciuoli di carattere normativo oggi esistenti.
Continua a leggere tutto l’articolo su La Libertà del 28 febbraio