Una valigia per l’Albania

L’esperienza di Federica e Virginia, le voci dall’ultimo campo estivo

Continua in Quaresima l’appuntamento con il sussidio predisposto dal Centro Missionario Diocesano. Nella terza domenica riscopriamo la presenza della Diocesi in Albania.

ALBANIA

La nostra presenza missionaria in Albania, nella diocesi di Sapa, è caratterizzata attualmente dal servizio portato avanti dalle Suore reggiane nella Casa di Carità di Laç Vau Dejes per l’accoglienza di poveri e disabili e dai volontari di Reggio Terzo Mondo (Rtm) attraverso alcuni progetti di sviluppo.
Si promuovono campi di conoscenza ed esperienza missionaria per giovani, specie nel periodo estivo, ma anche nei tempi di Natale e Pasqua; si sostiene il gruppo delle donne nel loro artigianato (vestine per il battesimo) e lo studio di alcuni giovani; proseguono il progetto della Biblioteca e il sostegno delle famiglie più bisognose.

PRESENZE IN MISSIONE: suor Rita Ferrari, suor Grazia Lodi.

Sul Vangelo
(Gv 2,13-25)
E ntrare nella storia albanese significa anche imparare a conoscere le sue fragilità. Una delle piaghe in cui ci si imbatte è la stessa che ha affrontato Gesù nel tempio: il mercato. Dopo la caduta del regime comunista di Enver Hoxha, l’Albania non è diventata un Paese autonomo, ma bensì una piazza su cui si affacciano gran parte dei mercati illegali mondiali. Ad essere merce di scambio non sono semplici “buoi, pecore e colombe” (o meglio, non solo); più conosciuti sono il traffico di armi, di droga e di persone.

Ma la piazza del mercato albanese comprende anche tanti altri scambi più abituali che sottolineano la mancanza di alternative statali competenti. Esiste un forte contrabbando medicinale per supplire alla pessima sanità statale; aziende tessili europee cercano personale in nero per la creazione di abiti che rivenderanno a prezzi esorbitanti in Europa; call-center pieni di giovani albanesi sottopagati.

Continua a leggere tutto l’articolo su La Libertà del 28 febbraio



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