Pastorale universitaria con il cartello APERTO

Cantiere in movimento con il responsabile don Galaverni

Ci sono circa 8.000 studenti universitari a Reggio Emilia, dei quali almeno il 30% reggiani, molti altri provenienti da Modena e da altre province emiliano-romagnole. Un dato rilevante: l’Università è certamente tra gli ambienti più significativi che i giovani vivono. E la Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla non ha intenzione di rimanere alla finestra. Cambiano gli spazi e le forze in campo, ma non passa il compito di promuovere l’azione evangelizzatrice e di sostenere la Pastorale universitaria, che si relaziona al più ampio servizio di Pastorale giovanile.
Un lavoro importante, in questa galassia composita che orbita sulla città, era stato strutturato in anni recenti da don Francesco Avanzi, che aveva costituito il quartier generale nella parrocchia di San Giovanni Bosco al Tondo, non lontano dagli ambienti di viale Allegri.

Dal settembre scorso il nuovo responsabile della Pastorale del Mondo accademico e dell’Università è don Matteo Galaverni, collaboratore nell’unità pastorale “Padre Misericordioso” residente al Sacro Cuore, nonché astrofisico nel solco di padre Angelo Secchi, il che non guasta, come curriculum scientifico.

Don Matteo ha investito questi primi mesi del nuovo incarico nella tessitura di una trama di relazioni personali, che sono il cuore di un’attività come questa. Ha incontrato diversi docenti dei dipartimenti presenti in città, da Educazione e Scienze Umane a Comunicazione ed Economia, da Scienze e Metodi dell’Ingegneria ai referenti dei corsi di laurea in Professioni Sanitarie e Infermieristiche, verificando la volontà di collaborare con la Diocesi. Ha poi preso contatto con i “colleghi” che seguono la pastorale universitaria nelle Diocesi vicine, come don Umberto Cocconi, cappellano dell’Università di Parma e assistente diocesano del Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale), o come l’équipe di tre presbiteri – coordinata da don Marco Maioli – che opera nell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, dove tra l’altro è già collaudata da tempo una convenzione tra Unimore e Fter (Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna) che riconosce validità ai crediti maturati dagli studenti in alcuni corsi dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Emilia. Tutte idee che, volendo, si possono replicare a Reggio, dove la disponibilità non dovrebbe fare difetto.

Leggi tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 28 febbraio



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