Giornata Missionaria Diocesana

Da La Libertà del 28 febbraio

Una quarantina di unità pastorali si sono rese disponibili a farsi, vicendevolmente, «comunità in uscita»

Il tema scelto quest’anno per vivere la Quaresima prende spunto da una domanda che troviamo scritta nel Vangelo di Giovanni (Gv 4,29-30): “Che sia Lui il Messia?” Uscirono dalla città e andarono da Lui. Il dubbio incuriosisce i Samaritani, informati dalla testimonianza di una donna che ha ricevuto il dono d’incontrare il Messia ed è corsa ad annunciarlo agli altri. Dopo poco essi incontreranno Gesù. La stessa domanda per noi è un invito ad incontrare il Signore dove non ti aspetti: nell’altro, nelle periferie della vita, del nostro territorio, del mondo.
Il tempo di Quaresima può diventare allora un tempo di conversione e d’incontro se ci mettiamo in movimento, in ricerca.
Dando continuità al tema proposto in Avvento (“Se tu conoscessi il dono”), in Quaresima viene proposto di “uscire” per portare ed annunciare agli altri il dono ricevuto, come accaduto alla Samaritana. Sono tanti i missionari che nel corso degli anni sono partiti verso altri popoli per comunicare il dono della fede ricevuto nella nostra Diocesi.
Uno slancio che desideriamo rinnovare.
Domenica 4 marzo, III di Quaresima, 50a Giornata Missionaria Diocesana, oltre che momento di preghiera e di sostegno alle missioni, pensiamo possa diventare l’occasione per vivere concretamente il segno dell’essere “comunità in uscita”.

In questa domenica abbiamo chiesto ad ogni sacerdote, accompagnato da alcuni laici dell’unità pastorale, di andare a celebrare l’Eucarestia in un’altra realtà del territorio diocesano. Un modo questo per favorire l’incontro tra le nostre comunità cristiane, per renderci artigiani coraggiosi di nuovi cammini
La piccola comunità che visita un’altra comunità, in un altro territorio, genera uno scambio di esperienze che allarga il cuore all’accoglienza e all’ascolto.

C’è stata una bella risposta: quasi una quarantina di unità pastorali si sono rese disponibili per vivere lo scambio, dove non sarà solo il sacerdote ad andare, ma sarà una piccola comunità ad uscire come chiesa per visitare altre comunità. Questo è un piccolo segno per essere vicino ai missionari che invece partono per terre lontane.
E scopriremo che pregare nella chiesa di un nostro confratello ci farà essere più presbiteri. Scopriremo che ascoltare una comunità che viene ad esempio dalla montagna, o comunque da una realtà diversa dalla nostra, ci fa crescere.
Ciascuno si senta desideroso di muoversi, d’incontrare. Abbiamo bisogno di riscoprire la gioia dell’incontro nell’Eucaristia.
Come ha scritto il vescovo Massimo in occasione del 50° della missione in Brasile, “parlare di missione ci permette di svelare la natura profonda e dinamica della Chiesa”.

Nella stessa domenica, dopo la celebrazione eucaristica e a discrezione delle comunità, potrebbe seguire un momento di convivialità organizzato nei modi e nei tempi ritenuti più opportuni, per condividere in amicizia esperienze e cammini.
In questa Giornata Missionaria, inoltre, si chiede a ogni parrocchia la Colletta a sostegno delle missioni. Come da tradizione, le offerte raccolte in questa occasione verranno consegnate dai sacerdoti nelle mani del vescovo Massimo, alla processione dei doni nella Messa crismale del Giovedì Santo, 29 marzo.

Pietro Adani
direttore del Centro Missionario Diocesano

Su La Libertà del 28 febbraio è pubblicato tutto l’elenco delle comunità che vivranno lo scambio

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