Donne accolte capaci di dono

Tra vulnerabilità e integrazione: le voci di Jennifer e Becky

Lunedì 5 febbraio, presso la parrocchia del Sacro Cuore a Reggio Emilia, si è svolto l’incontro dal titolo “Donne migranti: vulnerabilità e integrazione. Farci prossimi dal sud al nord Italia”, organizzato dal Coordinamento Maria di Magdala.
La serata era rivolta, in particolare, ai volontari dell’accoglienza e coincideva con il secondo momento del percorso di formazione sull’accoglienza della Caritas diocesana.
Un’occasione di ascolto di testimoni, di quelli che vivono sulla loro pelle l’accoglienza, chi perché accolto, chi perché accoglie e chi da accolto si è fatto accogliente o sogna di diventarlo, non per parlare di, ma per parlare con.
Con Becky, con Alberto, con Jennifer, con Valerio. Occasione per ascoltare le loro voci e le loro storie, per fermarsi a riflettere per una maggiore consapevolezza riguardo le donne migranti, subito dopo aver celebrato la Giornata della Vita domenica 4 febbraio e prima della IV Giornata Mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone dell’8 febbraio, memoria di santa Bakhita.

Le testimonianze di viaggio di Becky e Jennifer hanno attirato l’attenzione dei numerosi presenti.
Becky ci ha donato una piccola parte del racconto del suo viaggio: dalla Nigeria, al Niger, alla Libia. Era partita senza sapere bene cosa aspettarsi, ma non credeva, tra tante eventualità, di vivere un viaggio pesantissimo, di un mese su un camion bestiame insieme ad altre persone come lei. Non aveva da mangiare, se non quel poco offerto dai compagni di viaggio. Non poteva essere stanca o debole, per non rischiare di ritrovarsi abbandonata senza scrupoli nel deserto.

Del tempo trascorso in Italia, Becky ha sottolineato come ci sia voluta e ci voglia ancora tanta pazienza. Pur ricevendo accoglienza, anche a lei è richiesta tanta pazienza per accogliere la diversità di modi e di stile di vita e per restare ancora in attesa di quei documenti che tanto desidera.
Ora abita a Correggio, a Casa Agnese, ringrazia il Signore che l’ha sempre accompagnata nei momenti bui, che sono stati tanti, ed è contenta perché ha imparato una professione che esercita in un laboratorio di sartoria, insieme ad altre ragazze.

Leggi l’articolo a cura della Caritas diocesana su La Libertà del 14 febbraio

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