Il libro di Daniele Rivolti è frutto di quindici anni di ricerche
Un obiettivo ambizioso: mostrare come il concetto di “Trinità” attraversi l’intero cammino dell’umanità e, pur tra approcci e visuali anche molto differenti fra loro, la permei e ne accompagni i ‘passi’ (le ascese, le cadute…). E in ultima istanza, come la Sapienza divina conduca i popoli ad uscire dalla propria visione autoreferenziale del mondo, verso l’incontro con gli altri e la loro identità, portando così gradualmente a compimento e maturazione il Disegno della dimensione trinitaria che si riflette nella Storia.
Impegnativo e ammirevole il proposito del reggiano Daniele Rivolti – alle spalle un diploma al liceo Classico e 33 anni da insegnante di Chimica nelle scuole – nel dare alle stampe il suo libro “La Legge della Trinità nel senso comune”, edizioni San Lorenzo.
Di sicuro, però, una prima, ardua impresa è riuscito a compierla: riversare nero su bianco il frutto di 15 anni di indagini e ricerche approfondite, che troverebbero rispondenze e riscontri su più discipline e materie. Come a dire: quanto si teorizza nelle 312 pagine del volume, per quanto vasto sia il raggio d’azione e complesso il tema, nulla ha a che vedere con ragionamenti chimerici, utopistici e con elucubrazioni inconsistenti; al contrario, l’intento dell’autore era di far confluire su carta una serie di intuizioni, raffronti e studi “depositatisi” nel tempo, “ruminati” ed ora offerti a tutti così da farli divenire eredità comune.
Appassionato di arte e storia, collaboratore de La Libertà e di altri giornali, il professor Rivolti ha nella sua attività uno scopo fondamentale: recuperare tradizioni inespresse, far riscoprire patrimoni del pensiero e del sapere caduti in oblio consentendo a quanta più gente possibile di riappropriarsene e, possibilmente, di ricominciare a valorizzarli.
Leggi il testo integrale dell’articolo di Matteo Gelmini su La Libertà del 7 febbraio