La Messa vespertina di lunedì 1° gennaio in Cattedrale è stata presieduta dal vescovo emerito Caprioli
“Grazie, perdono, benedizione”: attorno a queste tre parole il vescovo emerito Adriano Caprioli ha incentrato l’omelia della solenne concelebrazione vespertina presieduta in Duomo il primo giorno dell’anno.
Monsignor Caprioli ha esordito affermando: “Iniziare un nuovo anno in preghiera, davanti a Dio, è una grazia straordinaria. Ci permette di trovare la prospettiva più giusta di fronte al tempo che ci è dato di vivere. Il pericolo è sempre quello di vivere alla giornata, senza sapere dove stiamo andando. è l’ammonimento che ci viene dalla Parola di Dio che abbiamo ascoltato. Ci sono tre parole che possono aiutarci a vivere un anno che passa e un nuovo anno che incomincia, che abbia già il sapore dell’eterno”.
Il celebrante si è dapprima soffermato sul grazie: ringraziare anzitutto Dio. “è come dire che Colui che era fuori dal tempo è entrato nel tempo, nella nostra storia. Colui che è l’eterno è entrato nella nostra vicenda provvisoria. Il Santo Natale istituisce una sorta di inversione di tendenza nella considerazione del tempo. Prima di pensare che sia il tempo a sfociare nell’eternità è, al contrario, l’eternità a sfociare nel tempo”. La visione biblica del tempo non è ciclica, cioè un girare su se stesso come in un cerchio, come nella poesia di Ungaretti; no, la nostra vita sarà provvisoria finché si vuole, ma resta in rapporto con l’eterno. Siamo nel tempo e siamo nell’eterno di Dio. Soffriamo la precarietà dell’esistenza, e respiriamo già la vita eterna.
Continua a leggere tutto l’articolo su La Libertà del 13 gennaio