Imparare l’arte dell’ascolto

“Dammi un cuore che ascolta”(1Re 3,9). Questo è il titolo che la Chiesa italiana nella sua premura per la pastorale vocazionale ha dato a questo anno di cammino ecclesiale, anche in preparazione al Sinodo dei vescovi che verrà celebrato nel prossimo ottobre e che avrà per tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. La citazione da cui è tratta questa suggestiva espressione ci riporta al dialogo tra il Signore e il giovane Salomone, all’inizio del suo ministero regale, nella visione avuta in Gabaon. Alla domanda di Dio sul dono dal cielo che il giovane re avrebbe desiderato per equipaggiarsi rispetto alla sua importante e delicata missione, egli non chiede per sé salute, ricchezze o successo, ma un cuore docile, capace di ascoltare. Ci rendiamo conto che in questa nostra cultura satura di comunicazioni in overflow, rischiamo davvero di non saper più ascoltare la nostra interiorità, l’altro che abbiamo di fronte, la voce di Dio che rischia di confondersi tra mille rumori dissonanti. Ma perché è così difficile imparare ad ascoltare? Non esagerava un po’ Goethe quando affermava che se “parlare è una necessità, ascoltare è un’arte”?

Leggi l’articolo integrale di don Alessandro Ravazzini su La Libertà del 16 dicembre

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