Con Codazzi a indagar barriere

Mostra fotografica dei ragazzi di «Nessuno Escluso» alla Polveriera

Il 10 dicembre scorso è stata inaugurata, nei locali della Polveriera a Reggio, la mostra fotografica “Barriere” che raccoglie il lavoro, durato un paio di anni, dei ragazzi del Centro occupazionale “Nessuno Escluso” della cooperativa sociale “L’Ovile”. La mostra, che ha il patrocinio del Comune di Reggio Emilia e delle Farmacie Comunali Riunite, rimarrà aperta fino al 17 giugno 2018 e comprende sedici fotografie realizzate dai ragazzi sotto la guida del nostro fotografo Giuseppe Maria Codazzi.
Di seguito, come invito a visitare l’esposizione, vi proponiamo il suo testo inserito nel catalogo, che è arricchito anche dagli scritti di Valerio Maramotti, presidente della cooperativa, di Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e di Giulia Martinelli.

Dal catalogo

La domanda si era presentata spontanea alla mia mente mentre stavo preparando il menabò del catalogo della mostra “Coinvolti” del dicembre del 2015, allestita nella chiesa di San Carlo in centro a Reggio. Fra gli enti e associazioni che avevano contribuito alla sua realizzazione c’era un logo che recitava: “Reggio Emilia città senza barriere”. Voglio qui evitare ogni fraintendimento polemico con chi amministra la città, non è questa la mia intenzione, infatti il dubbio che mi solleticava era un altro: volevo io vivere veramente vivere in una “città senza barriere”?

Alla richiesta di iniziare un nuovo progetto con i ragazzi del “Nessuno Escluso” non ho potuto fare a meno di domandarlo anche a loro. Stavo seduto sulla cattedra, davanti a me metà dei ragazzi sedevano su una carrozzina, mentre alcuni altri non è che fossero proprio svelti e veloci nel camminare. La risposta unanime fu che loro ci avrebbero abitato proprio volentieri in quella città, ma in seguito abbiamo cercato di approfondire la cosa.
È così ben presto saltato fuori che il termine “barriere” non ha una accezione solamente negativa, anzi a volte questi limiti sono assolutamente necessari. In effetti proprio lì vicino a noi, allora il “Nessuno Escluso” era nella vecchia sede di Mancasale, passava la ferrovia Reggio-Guastalla e per raggiungere il paese di Pratofontana si doveva attraversare un passaggio a livello con le sue belle sbarre, dipinte di bianco e di rosso per essere ben visibili. Proprio lì abbiamo iniziato la nostra ricerca sulle barriere, andando tutti insieme a scattare la prima fotografia.

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