Confcooperative rilancia su lavoro ed economia reale

Più lavoro sui giovani, nuove azioni sul versante imprenditoriale. 350 imprese, 14 milioni di imposte

“Oggi siamo in presenza di condizioni certamente più difficili che in passato rispetto alla promozione di nuova impresa cooperativa, ma proprio ora, in una stagione di più marcati individualismi e di ricerche di profitto che spesso vanno a scapito della dignità del lavoro e degli interessi dei piccoli imprenditori, è il momento di un grande rilancio  della cooperazione incentrato proprio sul lavoro e sul sostegno a quanti, nel nostro territorio, generano ricchezza e coesione nelle comunità”.

E’ il profilo di una Confcooperative all’attacco quella che il presidente Matteo Caramaschi ha disegnato nella relazione presentata all’assemblea della centrale cooperativa.

Una Confcooperative – ha detto Caramaschi – che rafforzerà fortemente l’area dei servizi alle imprese, alzerà l’asticella sulla tutela delle imprese associate rispetto ai fenomeni di irregolarità ancora presenti in diversi settori e sulla valorizzazione della piccola e media imprenditoria nei confronti delle commesse pubbliche e, contemporaneamente, si doterà di nuove professionalità in affiancare le imprese negli investimenti e in processi di innovazione che oggi presentano il rischio di dispersività rispetto alla vocazione delle stesse aziende.

“La nostra promozione cooperativa – ha detto al proposito Caramaschi – è e sarà sempre più orientata ai giovani e a creare nuovo valore per le nostre imprese, integrando l’azione sindacale, necessariamente forte e credibile, con competenze imprenditoriali che siano di supporto alle imprese nella lettura dei mercati, dei bisogni e delle migliori scelte da adottare per trasformare ogni opportunità in sviluppo reale, che per noi significa, innanzitutto, reddito e occupazione”.

“Oggi – ha proseguito il presidente di Confcooperative – per nessuna associazione è sufficiente accrescere l’incisività e consolidare la propria attività di rappresentanza e tutela. La credibilità e la reputazione vanno sorrette da progetti che coinvolgono tutto il sistema e ciascuna impresa, con progetti e proposte orientate al benessere di un territorio che è fuori dal grande gelo della crisi, ma deve superare anche gli strascichi che permangono in termine di insicurezze, minor coesione sociale, accesso al credito, precarietà del lavoro”.

Anche per questo, secondo Caramaschi, oggi va rilanciato il lavoro della cooperazione, la sua immagine e una capacità di ascolto dei bisogni del territorio che chiama in causa tutti i protagonisti dello sviluppo locale.

“L’avvento di nuove tecnologie – ha detto il presidente di Confcooperative – ha enormemente semplificato le comunicazioni, ma per molti aspetti ha reso assai più difficili le relazioni in quest’oceano di informazioni in cui ci si può fingere ciò che non si è, con una banalizzazione del valore e del peso delle cose importanti e utili rispetto a ciò che non lo è”.

Anche da qui, dunque, Confcooperative parte per “rafforzare quell’economia reale che è fonte di ricchezza per tutti” e investirà ulteriormente anche sulla formula delle cooperative di comunità da estendere ai contesti urbani, perchè “sono fonte di relazione, di lavoro, di partecipazione e inclusione”.

All’assemblea erano presenti i rappresentanti di un sistema che conta 350 imprese con 58.000 soci, 17.000 dipendenti e che nel 2016 ha versato oltre 14 milioni di imposte, destinando poi 800.00 euro al Fondo nazionale di solidarietà per lo sviluppo della cooperazione.