Cristiani perseguitati in Siria-Iraq

A Correggio la testimonianza di monsignor Francesco Cavina

L’incontro – sul tema “Cristiani perseguitati in Siria-Iraq” con il vescovo di Carpi monsignor Francesco Cavina – che ha visto un’altissima partecipazione, si è svolto il 20 novembre a Correggio ed era organizzato dal Circolo culturale Pier Giorgio Frassati. Fra persecuzioni e massacri quali prospettive, quali speranze hanno i cristiani in Medio Oriente? “Non dimenticateci, non lasciateci soli”. è stato questo drammatico ed accorato appello rivolto alle nazioni occidentali da un vescovo iracheno che ha profondamente colpito monsignor Cavina e che lo ha fatto decidere a recarsi ad Erbil, capitale del Kurdistan iracheno.

Nel viaggio organizzato, nel 2016, dall’associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” monsignor Cavina aveva potuto conoscere le sofferenze della moltitudine di perseguitati iracheni ed, in particolare, dei cristiani (i primi abitanti dell’Iraq) che, pur di rimanere fedeli al proprio Signore Gesù, hanno scelto di perdere tutti i loro beni.
Nella visita del 2017, invece, ciò che ha impressionato il prelato sono stati una violenza ed un odio spaventosi, che hanno causato, ovunque, rovine, paesi distrutti, cimiteri cristiani profanati, luoghi di culto saccheggiati e fatti oggetto di ogni forma di disprezzo. I simboli cristiani più cari, quali tabernacoli, statue della Vergine e immagini di santi, sono stati frantumati con modalità quasi scientifica. Le chiese, le case e le altre costruzioni sono state “violentate” con il fuoco, le armi da guerra o agenti chimici in grado di infettare ed inquinare, così da rendere difficile un ritorno nelle abitazioni.

Tutto è iniziato nell’agosto 2014 quando l’Isis è arrivato nella piana di Ninive, abitata in prevalenza da cristiani, ed ha imposto agli abitanti di Mosul di convertirsi, o di andarsene immediatamente quella stessa notte o di essere uccisi. Circa 120.000 cristiani, in genere benestanti, hanno scelto di andarsene, abbandonando tutti i loro beni e senza una meta, mentre l’esercito iracheno era fuggito di fronte al nemico.
Arrivati nella città di Qaraqos, città ridotta ad un cumulo di macerie (ma nella cui cattedrale dedicata all’Immacolata Concezione il vescovo Cavina ha celebrato la Messa), i profughi sono stati anche qui raggiunti dall’Isis per cui l’unica loro possibilità era quella di raggiungere Erbil, città ricca e moderna.

Continua a leggere l’intero articolo di Massimo Vezzani su La Libertà del 2 dicembre

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