Avvento basato sul DONO

Nella nostra Diocesi è tradizione consolidata dedicare il tempo liturgico dell’Avvento alla riflessione e all’impegno nell’ambito della carità. Quest’anno il Papa, come impegno del Giubileo della Misericordia, ha chiesto a tutte le Chiese del mondo di celebrare, per la prima volta, la Giornata Mondiale dei Poveri nella XXXIII domenica del tempo ordinario (quest’anno celebrata domenica 19 novembre).
Il Papa ci ha chiesto che tale Giornata non rimanga un evento isolato quanto piuttosto uno modo e uno stile di essere Chiesa. L’Avvento Caritas è un’occasione e uno strumento per vivere pienamente questo stile, questa mentalità.

Nelle messe del 19 novembre abbiamo invitato a consegnare ad ogni fedele un biglietto di auguri natalizio come segno per un impegno a pensare un dono personalizzato, da preparare in Avvento e consegnare, entro Natale, ad un povero, a un ammalato, a una persona sola o emarginata, a una famiglia in difficoltà. 

Continua a leggere tutto l’editoriale a firma di Isacco Rinaldi, direttore Caritas diocesana, su La Libertà del 25 novembre

Clicca qui e rinnova l’abbonamento a La Libertà

Animazione made in Caritas

Da La Libertà del 25 novembre

La nostra Chiesa diocesana rifletterà nei prossimi due anni pastorali sul Vangelo di Giovanni. In questo primo anno, si approfondirà la prima parte del Vangelo (primi 12 capitoli), detto dei “segni” e, in particolare, il mistero della INCARNAZIONE. Gesù è un DONO per l’umanità, un “regalo” che Dio ci fa per venire incontro alla povertà della nostra condizione umana.
Durante l’Avvento dello scorso anno, la Caritas di Sassuolo ha proposto il Progetto “Auguri Caritas a domicilio”, che ha visto protagoniste alcune famiglie della parrocchia che hanno portato un cesto di Natale (personalizzato a seconda dei componenti) ad altre famiglie indicate e seguite dai Centri di Ascolto. L’esperienza positiva di Sassuolo del progetto “Auguri Caritas a domicilio” è stata modello per pensare l’Avvento diocesano 2017. La Chiesa diocesana desidera “confezionare” un regalo per le persone più povere, sofferenti e sole delle nostre comunità.
L’obiettivo concreto è quello di regalare qualcosa di particolare a tutte le persone, in tutti i vicariati. Siamo nella logica del segno; questo gesto vuole evidenziare, o meglio, SEGNalare il desiderio della Chiesa di relazionarsi con tutti, di interessarsi a tutti. Perciò, la preoccupazione non dovrà essere solo “quantitativa” ma “qualitativa” così come ha fatto Gesù nella sua vita.

L’intenzione è di rendere maggiormente significativa la consuetudine dello scambio dei doni nelle festività natalizie. Le attività dell’Avvento dovrebbero ideare e confezionare regali “preparati su misura”, cercando di tenere presente le caratteristiche del destinatario. I regali dovrebbero raggiungere, prima di tutto, coloro che sono in situazioni di povertà (nuove e vecchie) e fragilità, che vivono nelle periferie geografiche ed esistenziali della nostra società, coloro che soffrono nel corpo e nelle spirito, quelle in difficoltà. E tutto questo, naturalmente, deve essere occasione di annuncio, per una Chiesa che vuole essere “in uscita”, per raggiungere le persone e parlare loro di Gesù, così come ci ha indicato il vescovo Massimo a conclusione della processione cittadina del Corpus Domini (15 giugno 2017): “Se tutte le parrocchie prendessero questa iniziativa: le persone a due a due andassero a trovare certo chi vuole, chi vuole aprire le porta; allora andando riscopriremmo chi siamo. Provate a pensarci, ditelo ai vostri parroci. Andando a incontrare, riscopriremmo chi siamo. Può essere un’iniziativa verso il Natale… Abbiamo bisogno di questo, perché c’è tanta gente che non ha sentito parlare di Gesù. Oppure ne ha sentito parlare sentendosi respinta, in modo da sentirsi respinta, da sentirsi lontana, da sentirsi inadatta, non interessata. E così come oggi Gesù è passato attraverso queste strade nell’umiltà del pane, nell’umiltà di un ostensorio, così attende anche la nostra umiltà, la nostra pochezza, perché noi diventiamo strada a Lui”.