1852. Quando a Reggio c’era il Treguano…

Chi era il Treguano?  E, soprattutto, cosa centrava con Reggio preunitaria? La domanda coglie impreparati anche molti studiosi… Venerdi 24, alle 11, alla biblioteca Antonio Panizzi, si presenta un interessante libretto che recupera un documento (edito nella nostra città nel 1852) e che parla proprio di lui. Lo propone Antiche Porte editrice nel giorno del Patrono. Il libretto è una Lettura Leggera, che gusta anche chi non si occupa di Storia per professione, ma è appassionato di cose autoctone.

Il costo è folle: ben 5 €, grazie anche ai tre, piccoli ma intelligenti, sponsor che hanno rotto il salvadanaio per contenere il prezzo: Ottica Dal Passo, Cappelleria Duri e Arki Tabarro padano.

Dopo la breve presentazione, una coppia di esperti, Alberto Cenci e Attilio Marchesini, guiderà gli interessati per un breve percorsoin città, folla della Festa permettendo… Il tutto entro l’ora di pranzo.   

Ma chi era il Treguano? Diciamo un “sorvegliante” di piazza che -si legge nella pubblicazione – dirimeva liti, evitava soprusi, preveniva frodi e controllava che i commerci filassero lisci senza zuffe e baruffe; così come supervisionava la pulitezza della città, la sicurezza nelle strade e nei luoghi di maggior frequenza che, allora, avevano altri nomi: strada della morte,del molino, delle brusaglie…, di S.Maria Maddalena…  

Le norme stabiliscono, anche, di non lordare le strade, imbrattare i muri o lanciare immondizie dalle finestre. Chiunque smercia carni morticine o cibi guasti viene multato; lungo le strade non si possono ammassare materiali immondi e nei canali non si possono buttare cadaveri di cani e gatti; le case non potranno essere abitate prima di avere parere favorevole dalla Commissione Sanitaria e i tabaccai che alterano il tabacco in modo da renderlo dannoso alla salute saranno perseguiti. Vietato anche affittare case che non abbiano “l’uso di cessi e di acquaj”. I pubblici scopatori non devono spazzare le contrade, se non da mezzanotte all’alba. Uno spaccato di vita dei nostri avi. Oggi più che mai, il Treguano, sarebbe una figura necessaria, eppure allora si era nella città murata, Estense, e non ancora italiana. Regnava, da Modena, Francesco V che dopo sette anni avrebbe ceduto il trono, anche del Reggiano, al suo parente sabaudo. Insomma 165 anni fa, in un tempo lontano ma non troppo, era operante una figura che risulta essere di estrema necessità. Corsi e ricorsi storici? Forse, comunque è storia di Casa nostra.