Una reliquia del beato Rivi a Manakara

Entrato in seminario a 11 anni, nel 1942, il beato Rolando Rivi (foto) aveva un desiderio ardente nel cuore: diventare sacerdote e missionario. Agli amici diceva che voleva portare la bellezza incontrata in Gesù anche agli uomini più poveri e più lontani. La sua lettura preferita, in quel periodo, era la biografia di padre Agostino Pro, missionario gesuita morto martire in Messico nel 1927, durante la feroce persecuzione contro i cristiani.
Sequestrato e ucciso in odio alla fede nel 1945, quando aveva solo 14 anni, Rolando non riuscì a coronare il suo desiderio di diventare sacerdote.
Tuttavia il Signore gli ha dato la grazia di essere missionario in modo diverso, ma più grande di quanto avrebbe potuto fare continuando la sua vita terrena. Basti pensare che sono ormai più di trenta i Paesi del mondo, di ogni continente, da cui giungono, al Comitato Amici di Rolando Rivi, richieste di informazioni, documentazione e reliquie del seminarista martire.

Leggi tutto l’articolo di Emilio Bonicelli su La Libertà del 18 novembre

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