Isabel Green, il nuovo spettacolo di Serena Sinigaglia, inaugura la stagione Del Teatro Piccolo Orologio

Prenderà il via il 18 e 19 novembre la settima stagione del Teatro Piccolo Orologio targata MaMiMò. Una stagione che manterrà gli obiettivi e la stessa linea delle precedenti: portare proposte teatrali incentrate su tematiche civili e contemporanee, spettacoli che possano offrire al pubblico uno spaccato e una chiave di lettura della società attuale, per aprire domande, immaginare possibilità, cercare un senso nella trasformazione che si annuncia così prossima nella nostra società. Un progetto culturale di alta qualità, ricco per quantità e varietà, diretto a un pubblico di tutte le età ed estremamente accessibile.

Sul palco di via Massenet saranno protagoniste alcune delle compagnie più interessanti e promettenti del nostro paese e proprio una di queste, la compagnia Atir Ringhiera di Milano, aprirà la stagione con il debutto nazionale di Isabel Green, sabato 18 alle 21 e domenica 19 novembre alle 17. Lo spettacolo nasce da un’idea di Serena Sinigaglia, che ne firma anche la regia, ed è stato scritto dal giovane drammaturgo reggiano Emanuele Aldrovandi e vedrà in scena Maria Pilar Pérez Aspa.

Isabel Green, una grande star di Hollywood, ha appena vinto il premio Oscar come “miglior attrice protagonista”. È sul palco del Dolby Theater, con in mano la statuetta che sognava fin da quando era bambina, e inizia il suo discorso di accettazione. Ma i ringraziamenti, che dovrebbero durare al massimo quarantacinque secondi, si protraggono in un continuo rilancio tragicomico e paradossale. Mentre inventa improbabili campagne umanitarie o manda messaggi in diretta al figlio che non vede da anni – tutto con lo scopo di restare sul palco qualche minuto in più – Isabel si rende progressivamente conto della sua condizione: ha dedicato tutta la vita alla sua più grande passione, ha raggiunto la fama e il successo, ha realizzato se stessa, ma adesso non ce la fa più. È stanca.

“Se non vi foste già imbattuti nel libricino del filosofo coreano Byung-Chul Han, “La società della stanchezza”, – spiega la regista Serena Sinigaglia – andate a procurarvelo: pochi euro, molta soddisfazione. Han descrive la nostra come la “ società della stanchezza”. Non esiste più lo scontro-confronto tra padrone e operai, non c’è il nemico da abbattere, la rivoluzione da sognare. Datore di lavoro e lavoratore coincidono: siamo noi stessi. Noi ci imponiamo ritmi lavorativi ed esistenziali degni del peggior modello fordista, noi siamo al contempo schiavi e schiavisti. In eterna “prestazione”, il tempo, tutto il tempo, diventa “produttivo”, una catena perversa che pare inarrestabile. La conseguenza naturale di un siffatto stato di cose è una stanchezza enorme, paradossale, simile alla morte. Ecco allora spuntare nuove malattie quali la sindrome del “ burnout”. Depressi o isterici, comunque spossati e sfiniti. Da queste premesse è nato Isabel Green.

Volevo trovare un modo per parlare di questo tilt epocale. Farlo con leggerezza e ironia, naturalmente (non serve certo aggiungere altra “pesantezza”). Ho chiamato Emanuele Aldrovandi, ho condiviso con lui il pensiero di Han e altre considerazioni che vi risparmio, per non dilungarmi troppo. Vi basti sapere che dai nostri incontri, numerosi, dalle nostre riunioni, turbolente, dal nostro confronto, serrato, è uscito questo piccolo prezioso testo. Pilar mi è parsa subito l’attrice perfetta per Isabel. L’ho chiamata e lei ha risposto con grande entusiasmo. Isabel è una super star di Hollywood. Bella, famosa, ricca e pure brava.

Isabel ha atteso l’Oscar a lungo, come Di Caprio, e finalmente, come Di Caprio, lo ottiene con “Life of Mother Theresa”. Un sogno che si realizza, la tanto attesa consacrazione.

Adesso può parlare davanti a milioni di persone. In mano, la statuetta d’oro dell’Oscar. Ma quello che dirà non sarà affatto quello che ci aspettiamo. Fino all’ultimo, anzi, anche dopo l’ultimo istante del discorso, Isabel ci sorprenderà e lentamente, tra una risata e una lacrima, scivoleremo, quasi senza accorgercene, dentro il paradosso delle nostre stesse vite. Quel paradosso che così bene descrive Han.”

 

Biglietti: 14€ e 12€. Fino a sabato 18 novembre sarà possibile sottoscrivere abbonamenti a tutta la stagione mentre i carnet per 4 spettacoli saranno acquistabili anche durante la stagione.

Per informazioni e prenotazioni: biglietteria@teatropiccolorologio.com, www.mamimo.it, 0522-383178 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:30.