Camisasca: aiutiamo i giovani a incontrare lavoro e sacrificio

L’intervento all’assise reggiana della Cisl Emilia Centrale

“Noto ancora una grande paura: le persone hanno l’impressione di non avere più punti di riferimento, perché qualcosa che le ha accompagnate per tutta la vita non c’è più e non si ha certezza del futuro”. Così monsignor Massimo Camisasca ha esordito intervenendo il 2 novembre alla giornata di presentazione del Bilancio di sostenibilità della Cisl Emilia Centrale, davanti a una platea di componenti del Consiglio generale, delegati, rappresentanti di istituzioni. Ha citato le esperienze raccolte negli incontri delle visite pastorali. I dati della Cisl – ha detto – raccontano di una realtà, reggiana e modenese, che sta uscendo da un periodo di grandi difficoltà, tra perdita di lavoro, chiusura di imprese, nuovi contratti. Inoltre, stiamo assistendo a una profonda erosione alla coscienza comune del popolo cristiano che ha il suo corrispettivo nella erosione culturale del popolo della sinistra: “due chiese” che devono riscoprire il loro ruolo nella società.

Le difficoltà interne comprendono modernizzazione e individualismo.
Quali le strade possibili? – si è domandato il Vescoov. C’è chi sceglie la via del lamento, esaurendo energie e facendo perdere il senso della speranza, e chi quella dell’avventura nel futuro senza legami con la nostra storia. “Io, invece, invoco una strada che guardi al futuro scrivendo una pagina nuova, dai confini ancora sconosciuti, con luci che attingono al nostro passato”, ha risposto Camisasca. Alle persone – ha aggiunto – è importante dare vicinanza perché non siamo vicini alla fine dal mondo, ma in uno dei momenti storici in cui l’uomo è chiamato a trascrivere una nuova pagina. Alla Cisl il presule ha chiesto di ricreare una cultura del lavoro, in questi anni dominati dall’individualismo e dell’edonismo, con la perdita generale del senso della vita. Il lavoro, non solo dai furbetti del cartellino, è percepito come una condanna, da ridimensionare a favore di tempo libero e divertimento che, fattori certamente importanti, non sono la salvezza.

Continua a leggere tutto l’articolo di Gabriele Arlotti su La Libertà dell’11 novmebre

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