Scuole dell’infanzia Fism: piccole isole di umanità

Un’azione pedagogica integrale ispirata all’umanesimo cristiano

Le scuole dell’infanzia Fism di tutta la provincia hanno voluto iniziare l’anno scolastico 2017/2018 con un incontro formativo che potesse andare al cuore del progetto educativo al quale si riferiscono. Il tema era “Crescere in umanità: dimensione profonda dell’azione educativa delle nostre scuole”.
Nella nostra epoca è davvero centrale e urgente la questione antropologica: in un mondo in velocissima evoluzione l’umano deve sfidare cambiamenti radicali che interessano tutte le sue dimensioni. Una psicanalista francese, Catherine Ternynch, usa un’immagine molto efficace per descrivere questa situazione contemporanea: l’uomo di oggi è un “uomo di sabbia”, cioè un uomo che ha perso l’humus vitale di terra fertile, capace di nutrire la vita, desertificato interiormente. La cultura contemporanea lo vorrebbe realizzato, autonomo, felice, ma l’individuo ha rotto le sue radici esistenziali con se stesso e i suoi vincoli di reciprocità con gli altri: è solo e vuoto, sgonfio di energie vitali, polverizzato nella sua identità informe e instabile.
Cercheremo di comprendere, con alcuni spunti di certo non esaustivi, ciò che ci accade in qualità di esseri umani del nostro tempo e come possiamo, nell’azione educativa, ridare linfa, spessore e futuro alla nostra comune umanità.

Il termine “umanità” può avere tre significati: può indicare in modo generico l’insieme di tutti gli uomini e donne. Può indicare la natura umana in generale, differenziandola, per esempio da quella animale. Può indicare la realizzazione piena dell’uomo, il suo nucleo più originale e profondo, la sua autentica vocazione. Prendiamo il termine in quest’ultima accezione: ciò comporta pensare l’umanità come un compito da realizzare, in un percorso evolutivo che può manifestarne pienamente la peculiarità, ricchezza e originalità.
Nel racconto biblico della creazione (Genesi 1,1-2,4) c’è la narrazione della nascita dell’uomo (non del maschio) e della donna, quasi a dire che quella differenza sessuale (che ci accomuna anche agli animali), per diventare somiglianti a Dio deve essere frutto di un’opera di umanizzazione. Vivere significa entrare in relazione, abitare il mondo, essere co-creature e di questo gli esseri umani devono assumersi piena responsabilità.

Leggi il testo completo dell’articolo di Arianna Tegani su La Libertà del 28 ottobre