Accanto ai disabili e alle loro famiglie

ANFFAS Guastalla ha superato il traguardo dei 25 anni

“I ragazzi…”. Continua a chiamarli affettuosamente così, nonostante sappia bene che qualcuno di loro, nel frattempo, ha raggiunto la cinquantina. Ma lei è da 37 anni nell’ANFFAS (l’Associazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale), e assieme ai suoi collaboratori, in fondo li ha visti crescere, maturare, alcuni persino invecchiare. Sono i “ragazzi” (di giovani ce ne sono per davvero, pure di bambini) dei quali all’Anffas si sono sempre presi cura amorevolmente, e che oggi, da piccolo gruppetto che erano agli inizi, sono diventati una quarantina, e provengono da tutta l’area dei Comuni dell’“Unione Bassa Reggiana”. “Lei” è Nicole Devaux Fiaccadori, ex professoressa – madrelingua – di francese, originaria del Nord della Francia, trasferitasi a Guastalla giovanissima, quando si sposò. Persino in una persona di una lunga e provata esperienza le “ragioni” del cuore a volte possono sopravanzare quelle da “addetto ai lavori”.

Perché i diversamente abili sono quelle persone “speciali” che ti restano dentro e saranno per sempre come dei figli. E non si esagera se si dice che Nicole sembra incarnare al meglio la frase scelta dall’Anffas nazionale per caratterizzare la propria opera e missione: “Da 60 anni ogni persona con disabilità è nostro figlio”. A Guastalla la connotazione dell’Anffas “storicamente” mantiene un legame diretto, simbiotico, con la cooperativa sociale “Dimensione Uomo”, onlus nata per favorire l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Una realtà che, pur contando sul fondamentale apporto del volontariato – genitori dei “ragazzi” in primis -, non può prescindere dagli operatori specializzati (una quindicina, quelli attualmente in forze) che con le loro competenze e professionalità attualmente ne costituiscono il perno. Nicole è stata presidente di “Dimensione Uomo” fino al 2010; da quel momento in poi poté passare, in totale serenità e fiducia, il testimone a Paolo Gozzi, suo braccio destro e attuale prosecutore di un progetto che affonda le radici lontano e che ora lei continua a seguire con interesse da “madre nobile”.

Leggi il testo integrale dell’articolo di Matteo Gelmini su La Libertà del 21 ottobre