La passione d’incontrare la realtà

Camisasca: fondamentale interessarsi ai più giovani

Il colpo d’occhio sulla sala dice che l’invito è stato colto: forse più dalle famiglie che dalle istituzioni, ma sono comunque presenti l’assessore a Educazione e Conoscenza del Comune di Reggio Emilia, Raffaella Curioni, e il sindaco di Cadelbosco Sopra Tania Tellini. Tante persone, all’Hotel Mercure Astoria: diversi restano in piedi, altri si sistemano sulla moquette. Tra loro numerosi giovani. Quando li intercetta, lo sguardo del Vescovo – che sceglie di parlare dal podio proprio per vedere meglio l’uditorio – ha come un’illuminazione. Il suo discorso, tutto a braccio, si suddivide nella prolusione iniziale e in due blocchi di risposte alle domande preparate da dirigenti scolastici, insegnanti, studenti e smistate da Daniela Parisi, presidente dell’associazione “Diesse” (Didattica e Innovazione Scolastica) Emilia Romagna. Ma è un’unica dissertazione appassionata, a tratti autobiografica (“Sono figlio di una cooperativa di insegnanti”, dirà, riferendosi al lavoro di madre, nonna e bisnonna), per trasmettere l’irrinunciabilità, pur nel rispetto dei limiti di ogni uomo, di quel compito educativo a cui l’incontro è stato intitolato dalle realtà promotrici, già presentate su queste pagine. (Clicca QUI per vedere tutte le foto)

Tema enorme, in cui monsignor Camisasca s’immerge con slancio subito dopo l’introduzione di Gabriele Rossi, presidente dell’Associazione Genitori di Reggio (“Educare è azione continua da cui non possiamo esonerarci”), e del gestore degli Istituti scolastici San Tomaso di Correggio Vittorio Rossi (“Ciò che è veramente importante non può essere spiegato dai libri ma mostrato dalla testimonianza”).
Proponiamo qui una sintesi, con nostre sottolineature, dei contenuti emersi; chi è interessato alla registrazione integrale della serata può richiedere il dvd a info@forumfamigliereggio.it oppure a agereggioemilia@age.it.

Bambini, ragazzi, adolescenti sono il bene più prezioso che abbiamo: comincia così il Vescovo, ricordando come gli anni in cui ha insegnato alle medie, poi al liceo e infine all’università siano stati tra i più belli della sua vita, “ogni giorno chiamato a rinnovarmi dal volto, dalle domande e dalle attese dei ragazzi”. Ma anche oggi, da pastore, ritiene che non ci sia responsabilità più doverosa di occuparsi dei giovani, altrimenti ci si cura di scenografia e non di sostanza. E qui il primo affondo, sulla grave crisi demografica del Paese: perché mentre si celebrano inconcludenti Conferenze della Famiglia, spariscono generazioni.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 7 ottobre



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