Il Santo Padre agli studenti: «Sognate in grande»

L’incontro con il mondo universitario in piazza San Domenico

Da La Libertà del 7 ottobre

“Non potevo venire a Bologna senza incontrare il mondo universitario”. È cominciato così, in piazza San Domenico, l’incontro del Papa con il mondo dell’università, alla presenza di migliaia di studenti oltre che delle autorità e del personale accademico.
“L’Università di Bologna è da quasi mille anni laboratorio di umanesimo”, ha ricordato Francesco: “Qui il dialogo con le scienze ha inaugurato un’epoca e ha plasmato la città”, ha proseguito a proposito del “carattere universale” dell’università, “che non ha mai paura di includere”. “L’accoglienza che riservate a studenti provenienti da contesti lontani e difficili è un bel segno”, il riconoscimento del Papa: “Che Bologna, crocevia secolare di incontri, di confronto e relazione, e in tempi recenti culla del progetto Erasmus, possa coltivare sempre questa vocazione!”, l’auspicio.

“Tutto qui è iniziato attorno allo studio del diritto, a testimonianza che l’università in Europa ha le radici più profonde nell’umanesimo, cui le istituzioni civili e la Chiesa, nei loro ruoli ben distinti, hanno contribuito”, ha detto il Papa, sottolineando che “lo stesso san Domenico rimase ammirato dalla vitalità di Bologna e dal grande numero di studenti che vi accorrevano per studiare il diritto civile e canonico. Bologna col suo Studium aveva saputo rispondere ai bisogni della nuova società, attirando studenti desiderosi di sapere”.

“La ricerca del bene”, per Francesco, “è la chiave per riuscire veramente negli studi; l’amore è l’ingrediente che dà sapore ai tesori della conoscenza e, in particolare, ai diritti dell’uomo e dei popoli”. “La Chiesa non può essere neutrale di fronte al male, da qualunque parte esso venga: la sua vita non è la neutralità, ma la profezia”.

Incontrando gli studenti, il Papa ha citato le parole del cardinale Lercaro, per esortare i bolognesi, a partire dal loro ateneo, ad essere “non neutrali, ma schierati per la pace” ed invocando lo “ius pacis” come “diritto di tutti a comporre i conflitti senza violenza”. “Mai più la guerra, mai più contro gli altri, mai più senza gli altri”, ha esclamato citando le parole di Benedetto XV, che era stato vescovo della città: “Vengano alla luce gli interessi e le trame, spesso oscuri, di chi fabbrica violenza, alimentando la corsa alle armi e calpestando la pace con gli affari”.

Francesco ha poi invitato gli studenti a impegnarsi nella sfida di “affermare i diritti delle persone e dei popoli, dei più deboli, di chi è scartato, e del creato, nostra casa comune. Non credete a chi vi dice che lottare per questo è inutile e che niente cambierà! Non accontentatevi di piccoli sogni, ma sognate in grande. Sogno anch’io, ma non solo mentre dormo, perché i sogni veri si fanno ad occhi aperti e si portano avanti alla luce del sole”. Il Papa ha quindi citato il 60° dei Trattati di Roma e il suo discorso per il conferimento del premio Carlo Magno, rilanciando il sogno di un’Europa “universitaria e madre” che, “memore della sua cultura, infonda speranza ai figli e sia strumento di pace per il mondo”.



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