Giornata a Barbiana

Quelli di «ApertaMente» sui luoghi di don Milani

“Metti una giornata a Barbiana”. Volendo parafrasare il titolo di un celebre film degli anni Settanta, tento di spiegare la meravigliosa esperienza vissuta domenica 24 settembre da oltre sessanta persone che con grande entusiasmo si sono messe sulle tracce di don Lorenzo Milani e “gli hanno fatto visita” a Barbiana, luogo sperduto e impervio nella magnifica Toscana descritta da Cassola e Pratolini.
La stessa Barbiana, Comune di Vicchio del Mugello, che il 14 novembre 1954 vede l’arrivo di un giovane prete che ha già fatto parlare di sé a Calenzano per l’istituzione di una scuola popolare serale per giovani operai e contadini. Quel giovane prete traccerà un solco indelebile, tuttora profondissimo, nella Chiesa, nella scuola, nella vita civile.

A cinquant’anni dalla morte (26 giugno 1967), grazie soprattutto a papa Francesco, che di don Lorenzo ha colto l’essenza, capito la grande umanità e apprezzato la profonda fede, in questi mesi di un 2017 ormai al crepuscolo la Fondazione ha assistito ad un continuo andirivieni di credenti e agnostici, guppi e movimenti – non solo ecclesiali – che si sono spinti sul monte Giovi, per rendere omaggio alla tomba (spoglia ma emblematica) di un grande uomo, ma anche per capire quell’I Care che ancora oggi, stampato come un marchio su una parete della scuola di Barbiana, fa discutere e pensare. La traduzione può essere “mi preme”, “me ne faccio carico”, “mi sta a cuore”; ed è comunque l’esatto contrario del motto “me ne frego” di mussoliniana memoria.

Ebbene, la neonata LUP (Libera Università Popolare) “ApertaMente”, che ha come logo appunto don Milani e come sede l’unità pastorale Padre Misericordioso (Rivalta, Sacro Cuore, Coviolo, Preziosissimo), ha iniziato il nuovo anno sociale con un percorso dedicato a questo grande profeta del Novecento. L’allestimento di una bellissima mostra su don Milani nei locali della parrocchia di Rivalta ha riscosso un grande successo e ha rappresentato un momento propedeutico e significativo non solo per la conoscenza dell’autore di “Lettera a una professoressa”, ma anche per affrontare l’incontro con Agostino Burberi, il primo alunno di don Lorenzo, che la LUP ha ospitato domenica 17 settembre nel salone del Sacro Cuore a Baragalla.

Continua a leggere tutto l’articolo di Stefano Aleotti su La Libertà del 7 ottobre