Novità all’unità pastorale «Beato Marvelli»

L’ingresso di don Giovanni Davoli, parroco di Cella, Cadè e Gaida

Sabato 23 settembre l’unità pastorale “Beato Alberto Marvelli” (presente nel territorio Cella, Cadè e Gaida) presso la parrocchia di San Silvestro Papa, in Cella, ha riaperto le porte a don Giovanni Davoli. Sacerdote instancabile ordinato 34 anni fa, subito curato a don Dante Ronzoni nella parrocchia di San Silvestro Papa (Cella) in cui poi è stato parroco fino al 1987. Ha proseguito il suo ministero presso la parrocchia San Gregorio Magno alla Magliana (Roma) fino al 2007, quando gli è stato chiesto di ritornare nelle terre reggiane, Brescello e Lentigione. Durante questo periodo, supportato dalle sue parrocchie, ha portato Don Camillo e Peppone in Vaticano, donando i dvd di tutti e 5 i film in lingua tedesca a Benedetto XVI. Il Signore ha continuato a progettare in grande per don Giovanni chiamandolo in Madagascar come responsabile di Rtm, assistente spirituale dei volontari, vice cappellano del carcere ed aiuto per la Caritas diocesana di Ambositra (si veda l’intervista a pagina 7, ndr). Questa grande missione è terminata lo scorso giugno, e con grande disponibilità ha accettato la chiamata che lo ha ricondotto a noi.

L’intera comunità ringrazia don Giovanni per aver cercato di limitare il più possibile le tempistiche burocratiche dovute al passaggio del parroco per poter dare la possibilità alle singole parrocchie di festeggiare ed animare le proprie sagre curando in modo attento tutti i momenti di preghiera, senza mai tralasciare i rapporti umani, facendosi conoscere sia nelle varie attività lavorative (manuali) che nella preparazione spirituale (coppie prossime al matrimonio, genitori richiedenti il battesimo per i propri figli e supporto agli anziani che si stavano abbandonando alle braccia del Padre). Ospite prezioso alla Casa della Carità che con la sua delicata allegria ravviva i pasti. Questa presenza anticipata ha fatto sì che l’ingresso di don Giovanni fosse vissuto dai parrocchiani (anche da chi non lo conosceva) come un vero ritorno in famiglia.

Leggi tutto l’articolo di Federica Moscatelli su La Libertà del 30 settembre



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