Miracoli dal cielo. E sulla terra

Circa 800 persone si sono radunate in piazza del Popolo per ascoltare la storia di Annabel, risanata da Gesù, e le riflessioni offerte dal parroco, don Sacchetti

Cos’è un miracolo? Un evento straordinario che la natura e la scienza non riescono a spiegare. E questo è certamente il caso occorso ad Annabel Beam, oggi quindicenne, che aveva quattro anni quando le è stata diagnosticata una pericolosa disfunzione cronica e ne aveva nove quando, dopo una caduta accidentale che di suo avrebbe potuto ucciderla, ne è risultata del tutto risanata. Ma i miracoli non vengono solo “from heaven”, cioè dal paradiso, come recita il titolo di un libro e di un film che stanno riscuotendo un meritato successo planetario: sulla terra, intorno a noi, ne accadono ogni giorno: sono i gesti di amore silenziosi, le persone che si offrono gratuitamente di dare una mano per rendere meno difficile la vita a qualcun altro, sono le famiglie che di fronte al serio problema di salute di un figlio resistono alla tentazione di sfasciarsi e portano insieme la croce. Ecco, saper vedere questi miracoli, la fedeltà di Dio alla nostra storia tribolata, è la lezione più grande e vicina proveniente dall’incontro pubblico di testimonianza che si svolge a Rubiera nel dopocena di martedì 12 settembre.

Un’invenzione, l’ennesima, di don Carlo Sacchetti, parroco dell’unità pastorale, coadiuvato da don Stefano Manfredini e da don Ermes Macchioni, che prendono posto insieme a circa 800 persone davanti al palco e al maxischermo montati in piazza del Popolo. A pensarci questo, se si dà il giusto peso ai dati, è un altro piccolo grande miracolo: ritrovarsi per parlare di cose di lassù, non di politica; di eterno, non di attualità; insieme, non ciascuno dietro il suo telefonino; in una piazza, non nella stanza del catechismo. E in tanti, che sarebbero stati certamente di più se il clima fosse stato un po’ più mite, anche se ai presenti in piazza vanno sommati i telespettatori di Telereggio, che ha trasmesso in diretta l’evento. Una lunga catena di parrocchiani e amici si è presa cura per puro spirito di volontariato degli aspetti logistici e tecnici (bravissime Antonella Grifa e Maria Chiara Girelli, le interpreti che hanno tradotto simultaneamente gli ospiti internazionali). Un altro miracolo.

Leggi l’articolo integrale di Edoardo Tincani su La Libertà del 23 settembre