Giovani@lourdes 2017

Le voci di tre ragazze dal pellegrinaggio regionale dell’Unitalsi

Siete curiosi di capire cos’abbia significato il pellegrinaggio regionale Unitalsi a Lourdes per i giovani che lo hanno vissuto?
Noi dello staff Unitalsi ci siamo fatti raccontare qualcosa da tre ragazze giovani e giovanissime appena tornate, diverse tra loro per provenienza, per età, per il vissuto e per le condizioni di salute.

Elisa ha le felpa Unitalsi di un blu sbiadito perché la porta anche a scuola, riesce a dire 300 parole al secondo ed ha la capacità rara di mettere immediatamente di buon umore.
Perché hai deciso di partire?
“Lourdes mi è entrata nel cuore due anni fa, un viaggio iniziato praticamente per caso… Ma se l’inizio è stato un caso, da quel momento ho iniziato a sceglierlo consapevolmente, e continuerò a farlo.
Non cambierei niente di questo viaggio, nemmeno un momento, nemmeno quelli forse più ‘spiacevoli’, perché ho avuto accanto persone che hanno saputo tirare fuori il meglio di me e farmi vedere il lato bello delle cose.
Lourdes ha un fascino speciale che agisce nel cuore delle persone, e non è qualcosa che dipende dalla fede, ma questo fascino è amplificato dalle persone con cui vivi questa esperienza, sono loro che rendono tutto davvero speciale”.

Di Stefania sono gli occhi che catturano per primi, poi, quando muove le mani, devi stare attento a quelle unghie lunghe e coloratissime.
Davvero Lourdes è un posto magico?
“Lourdes è un luogo di profonda attesa e di sorpresa. Lourdes è un luogo familiare, un luogo di vita, d’amore e di speranza. Lourdes è un luogo di silenzio e di ascolto, di incontro, di fraternità immensa, meravigliosamente spontanea e vera.
Lourdes è un luogo di gioia, di pace, di mistero e di magia dove pregare semplicemente, dove lasciarsi abbracciare e custodire da Maria.
Lourdes è un luogo di sguardi, di relazioni, di forti emozioni, di risate e di lacrime sante, di abbracci e di sorrisi regalati e condivisi”.

Leggi tutto l’articolo su La Libertà del 23 settembre