Unindustria Reggio Emilia aiuta le imprese ad affrontare la Brexit

Giovedì 14 settembre alle ore 10 presso la sede di via Toschi un incontro che analizzerà conseguenze e possibili scenari politici e finanziari. Iniziativa in collaborazione con lo Studio Ascheri & Partners di Londra.

Unindustria Reggio Emilia organizza, in collaborazione con lo Studio Ascheri & Partners di Londra, giovedì 14 settembre alle ore 10 presso la sede associativa di via Toschi un incontro dal titolo: “Brexit: conseguenze e possibili scenari politici e finanziari”, per aiutare le imprese a districarsi in questo difficile quadro politico ed  economico.

Il Regno Unito infatti uscirà ufficialmente dalla UE entro il 29 marzo 2019, a meno che Londra e Bruxelles non decidano congiuntamente di prolungare la trattativa.

A quel punto sarà possibile che entri in vigore un accordo transitorio durante il quale i rapporti fra Gran Bretagna e UE resteranno sostanzialmente invariati.

Gli esperti prevedono che i prossimi mesi saranno a malapena sufficienti per negoziare i termini del “divorzio” britannico dall’Europa, mentre servirà più tempo, forse anni, per concordare nuove intese in campo economico, commerciale, militare e in molti altri settori.

“Londra, indipendentemente dall’uscita dalla Comunità Europea, rimane una piazza finanziaria di primario livello e l’intero Regno Unito è un crocevia per lo sviluppo delle imprese. Il Regno Unito vale infatti per le imprese reggiane circa 690 milioni in termini di export, ossia il 7,4% dell’intero valore degli scambi con l’estero, con particolare rilevanza per il settore metalmeccanico, dell’elettronica e dell’agroalimentare. La Gran Bretagna è infatti il quarto acquirente di merci “made in Reggio Emilia” – precisa Paolo Bucchi, Vicepresidente di Unindustria Reggio Emilia con delega all’Internazionalizzazione, che aprirà i lavori – Le principali incognite al momento riguardano la tutela dei diritti dei cittadini europei che vivono e lavorano nel Regno Unito e, in particolare per le nostre imprese, la libertà di circolazione delle merci e dei capitali anche sul confine tra le due Irlande”.