La matematica? Una condivisione

Elisabetta Morini presenta un corso innovativo

Sono aperte le iscrizioni al progetto formativo proposto dall’Uciim per docenti della scienza dei numeri desiderosi di mettersi in gioco

Prof di matematica (e aspiranti) all’ascolto, questa notizia è per voi. Un fiocco rosa in sala insegnanti annuncia la nascita della didattica condivisa! Come partecipare al lieto evento? Semplice, iscrivendosi al corso Uciim che, adesioni permettendo, partirà il 26 settembre nella sede reggiana delle Figlie di Gesù: dieci date pomeridiane, con un calendario che arriva fino a maggio 2018, più una verifica finale (si veda il riquadro).
La mente di questo progetto formativo, nonché colei che farà la parte del leone – guiderà sette incontri, chiamarle lezioni non le piace – è l’esuberante professoressa Elisabetta Morini, in servizio al “Liceo Moro” di Reggio. In redazione, benché più abituati alle lettere che alle cifre, abbiamo avuto il piacere di assaggiare a campione, grazie al suo computer portatile, qualcuna delle introduzioni che la docente ha preparato per inquadrare i vari argomenti. Sicuramente è una didattica creativa, con i voti che – parlando ad esempio di valutazione – si animano simpaticamente, oppure faccine per tutti i gusti a richiamare alla vista la classe che il prof ha davanti quando spiega; un modo di porgere la materia che incoraggia quelle idee nuove che spesso ci sono ma fanno fatica a tradursi in prassi.

Ma in che senso è una didattica condivisa? “Perché mette al centro sia l’alunno che l’insegnante – risponde Elisabetta Morini – e ha come obiettivo la valorizzazione dell’esperienza dell’uno e dell’altro, per costruire un apprendimento efficace e duraturo. Al centro della didattica condivisa si collocano anche le esigenze della classe: si impara insieme, e tutti sono invitati a collaborare, perché solo con l’apporto costruttivo di tutti si raggiungono davvero gli obiettivi. La didattica condivisa si avvale di tecniche utili a tutti gli insegnanti: per questo, al corso sono invitati tutti i docenti, della scuola primaria e secondaria, e pure gli aspiranti all’insegnamento”.
Ciascun prof, che insegni alla scuola primaria o a quella secondaria, acquisendo i principi di fondo di questa didattica si sentirà ancora più libero di proporre la propria lezione agli studenti, con le sue verifiche e valutazioni, ma con l’aiuto degli allievi e con qualche freccia in più nella faretra deontologica la matematica sarà più agganciata all’esperienza.

Leggi l’intero articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 9 settembre