Dimora d’Abramo: nuovi investimenti su formazione e lavoro

Aprirà a giorni la nuova scuola di italiano per stranieri che la cooperativa sociale Dimora d’Abramo gestirà in via F.lli Rosselli.

L’edificio, di proprietà del Comune di Reggio Emilia e adeguato dalla cooperativa alle nuove funzioni, “andrà così a rafforzare – come spiega il presidente Luigi Codeluppi – uno dei più importanti fronti di lavoro a fianco dei richiedenti asilo, che nella mancata conoscenza dell’italiano, e spesso in assenza di scolarizzazione, scontano rilevanti difficoltà nelle relazioni e nell’inserimento nelle comunità ospitanti”.

“La nuova scuola – aggiunge Codeluppi – aprirà in collaborazione con il Comune capoluogo all’interno della consolidata rete “Diritto di Parola”, ed offrirà servizi anche ai residenti, configurandosi così come punto d’incontro tra storie, situazioni e culture diverse che, seppur temporaneamente, sono chiamate a convivere e ad integrarsi”.

Proprio il rafforzamento dei servizi linguistici, insieme a quelli di orientamento al lavoro,  rappresenta una delle priorità della cooperativa sociale, insieme a quelli di orientamento al lavoro.

“Nel 2016 – sottolinea il presidente Codeluppi – gli investimenti delle risorse generate dall’accoglienza dei richiedenti asilo e dagli altri servizi gestiti dalla Dimora d’Abramo hanno riguardato, soprattutto, l’incremento della cura sanitaria integrativa, le ristrutturazioni e gli adeguamenti degli alloggi in affitto in cui risiedono i migranti, l’apertura di un doposcuola per 60 ragazzi, il sostegno all’abitare per famiglie in difficoltà, il potenziamento del servizio di etno-psicologia, alcuni progetti di sviluppo in aree del mondo dove si originano i flussi migratori e la formazione al lavoro”.

“Nell’ambito delle attività complessive della cooperativa – prosegue Codeluppi – in un anno abbiamo accolto e sostenuto nei percorsi di inserimento, circa 1700 persone in difficoltà (comprendenti adulti singoli, minori, donne, famiglie e tra questi oltre 100 cittadini italiani), i nostri servizi di orientamento hanno coinvolto 1.476 persone (di cui 246 italiane) e i servizi educativi di sostegno alla famiglia si sono rivolti a 125 nuclei in difficoltà (di cui 70 nuclei italiani) coinvolgendo 273 minori; i servizi di mediazione linguistico culturale in ambito sanitario, educativo e sociale ha prodotto oltre 10.000 interventi. Tutto ciò con un impegno organizzativo ed economico importante”.

Tornando al capitolo dei richiedenti asilo, “dopo un anno segnato da investimenti che in misura rilevante si sono resi necessari per far fronte alle emergenze legate al repentino aumento degli arrivi – spiega Codeluppi – stiamo ora potenziando e continueremo ad investire sulla formazione professionale, sui tirocini formativi e sull’insegnamento della lingua, accrescendo le possibilità di inserimento al lavoro in quel lungo periodo (almeno un anno) che intercorre tra l’ottenimento dal permesso di soggiorno temporaneo e la conclusione dell’iter per il riconoscimento o meno dello status di rifugiato”.

“Grazie ad una forte attenzione alla qualità dei servizi complessivi e ad un corretto e prudente uso dei finanziamenti destinati all’accoglienza – osserva Codeluppi – continuiamo inoltre ad accantonare risorse che possano concorrere – come già sta accadendo – ad assistere i migranti nel dopo-emergenza e nei casi in cui venga negato il riconoscimento dello status di rifugiato”. “Proprio allora, infatti, si determinano nuove urgenze legate a rimpatri, a spostamenti in altre aree o a permanenze che vanno comunque gestite nel rispetto delle persone e delle attese delle comunità nelle quali sono rimasti per lunghi periodi”.

Sul versante delle cifre, il 2016 della Dimora d’Abramo – come emerge dal bilancio approvato dall’Assemblea dei soci – si è chiuso con un fatturato di 14,5 milioni (era a 7,8 nel 2015), 167 lavoratori impiegati (di cui 110, pari al 65%, sull’accoglienza dei richiedenti asilo).

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Luigi Codeluppi, presidente della Dimora d’Abramo

Sui costi, la maggiore incidenza è rappresentata da quelli per vitto e alloggio legati all’accoglienza (quasi il 63% sul totale) e dalle spese per il personale (poco meno del 22%).

I costi più elevati si sono registrati nella prima fase dell’accoglienza dei richiedenti asilo.

“Una fase – spiega Codeluppi – in cui si registrano le più accentuate emergenze, legate agli screening sanitari e psicologici (verifica dello stato di salute e di traumi per l’abbandono del Paese d’origine e di viaggi spesso disumani) alla verifica del grado di alfabetizzazione, all’avvio della scolarizzazione, all’ospitalità in albergo (nei primi mesi dall’arrivo), e alla copertura delle spese sanitarie: in quanto definite “inoccupate”, infatti, le persone sono chiamate al pagamento delle prestazioni”.

Il bilancio 2016, approvato all’unanimità dai soci (attualmente 36, di cui 32 soci-lavoratori), ha portato al ristorno di 65.000 euro ai soci e all’accantonamento a riserva di 1 milione di euro, pari al 6,8% del fatturato rispetto all’11,5% del 2015, quando a riserva andarono 904.000 euro.

“Queste risorse – sottolinea Codeluppi – sono generate dalle diverse attività educative, scolastiche, di accoglienza e di mediazione gestite dalla Dimora d’Abramo e vanno a rafforzare quella patrimonializzazione che è necessaria per garantire continuità agli investimenti sia a fianco dei richiedenti asilo che di tante famiglie reggiane in condizioni di difficoltà”.

“Insieme a quello rivolto agli operatori per la passione e la professionalità che hanno messo in campo – conclude Codeluppi – esprimiamo un sincero ringraziamento alle istituzioni, ai cittadini e alle comunità che hanno collaborato alla costruzione di luoghi e percorsi d’accoglienza per tante persone, contribuendo concretamente a far fronte a situazioni altrimenti ingestibili”.