Sunniti, Sciiti e primi Califfati

Pubblichiamo il contributo mensile sulla conoscenza dell’Islam: i precedenti articoli sono stati pubblicati su La Libertà del 21 gennaio, del 18 febbraio, del 18 marzo, del 29 aprile, del 20 maggio e del 24 giugno.

Alla morte di Maometto, l’8 giugno 632, si diffusero tre diversi orientamenti per la sua successione. I compagni del Profeta volevano che la scelta cadesse sui suoi primi seguaci; i legittimisti, invece, che fosse scelto il parente più prossimo; gli Omayyadi, i potenti della Mecca, avanzavano il diritto di successione. Abu-Bakr, suocero del Profeta, e Omar, appartenevano al gruppo dei compagni di Maometto. Fu raggiunto un compromesso: Abu-Bakr divenne Califfo (Khalifa-Successore) della Mecca; Omar, Califfo di Gerusalemme; Uthman, Califfo di Damasco; Alì, genero del Profeta, Califfo di Babilonia. Essi esercitavano il potere religioso, politico e civile. Poiché Maometto non ebbe figli maschi, Alì riteneva di essere il vero successore del Profeta, non solo perché era un suo familiare, ma sostenendo che a lui fosse stata trasmessa dal suocero l’intera conoscenza della rivelazione. La rivendicazione di questo diritto generò forti contrasti e tumulti con gli altri tre califfati, che portarono all’uccisione del primogenito di Alì, Hussein, dando luogo al grande Scisma e alla nascita del ramo Shiita. L’unico Paese in tutto l’Islam ad avere una Guida Suprema, religiosa e politica, è la Repubblica Islamica dell’Iran, nella persona del presidente Alì Kameney, che come tutti i religiosi discendenti dal Profeta tramite Fatima indossa il turbante nero.

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