Incontro con don Eleuterio Agostini«Il Vangelo aderisce alle necessità della vita di tutti»
Eccolo, monsignor Eleuterio Agostini, che per la foto non rinuncia al soprabito nemmeno nel clima torrido di questa fine giugno; è appena rientrato nella sua canonica (dov’è arrivato nel lontano 1975) dalla Casa della Carità di San Giuseppe: due parole scherzose con la sagrestana-factotum Laura Caffagni, una firma per il postino che suona il campanello poco dopo La Libertà, il buon umore e la lucidità impressionante di sempre, bel dono a 93 anni compiuti. Proprio qui nella parrocchia di Sant’Alberto, in via Einstein 5 a Reggio, giovedì 29 giugno alle 19 il nostro sacerdote presiede la celebrazione eucaristica nel 70° anniversario di ordinazione. Le offerte raccolte in quest’occasione saranno devolute alla scuola dell’infanzia “Don Primo Carretti” (per donazioni dirette: parrocchia di Sant’Alberto, gestione scuola Don Primo Carretti, Iban IT 49 R 03032 12802 0100 0000 7436; per informazioni: Roberto Catellani, 335.7194153; indirizzo e-mail scuolaprimocarretti@upgp2.it).
“Ho cercato di fare un calcolo – commenta l’interessato – e siamo intorno alle 28.500 Messe… speriamo di averle celebrate tutte nella grazia del Signore; giovedì sera chiederò l’aiuto di tutti e il perdono di Dio per le mie mancanze”.
Parlando con lui, il discorso prima o poi va sempre a finire su Castelnovo Monti, “il paese più bello del mondo”, dove Eleuterio è nato il 12 ottobre 1923 da Emma Miglioli e Pietro Agostini, precisamente nella zona della Sarsassa.
Nei suoi ricordi affiorano anche la figura imponente di Pasquale Marconi e quella rigorosa dell’arciprete don Antonio Ugoletti.
Don Eleuterio, quali santi hanno influito sulla sua spiritualità?
Certamente san Tommaso d’Aquino, ma ho fatto spesso riferimento anche a sant’Atanasio di Alessandria e a san Vincenzo de’ Paoli.
Della sua classe di ordinazione, il 1947, è rimasto oltre lei il parroco emerito di Bibbiano, don Erio Cilloni. Tra i sacerdoti che ha conosciuto, quali ricorda in modo speciale?
Don Antonio Ugoletti, arciprete di Castelnovo Monti, era un canonista, un sacerdote serio, piuttosto conservatore. Ne ho un ricordo particolare legato ai tempi di guerra e al funerale di un fascista che era morto rifiutando i sacramenti. Non so come o dopo quali trattative, ma l’arciprete riuscì ad arrivare al cimitero e a dare una sia pur frettolosa benedizione alla bara: mi piacque il gesto di questo sacerdote semplice e impegnato. E poi ho avuto un rapporto molto vivo con monsignor Mario Prandi…
Continua a leggere l’intervista di Edoardo Tincani a don Eleuterio su La Libertà del 1°luglio