Laicità? Sì, collaborativa

Dopo l’incontro tra Francesco e Mattarella

Il tema – spesso controverso o mai capito bene – della laicità è probabilmente la parola chiave dell’intervento di papa Francesco al Quirinale avvenuto nei giorni scorsi. E forse passato sotto traccia. A mio avviso un’immagine lo rappresenta bene. Quella – piccola ma carica di significato e piuttosto inedita – del Papa e del Capo dello Stato che si soffermano uno accanto all’altro per un momento di preghiera silenziosa nella Cappella dell’Annunziata e insieme fanno il segno della croce.
Un Capo di Stato di una Repubblica laica che in un impegno istituzionale non cela la sua fede religiosa. Indizio di quella “laicità positiva” di cui ha detto Francesco richiamandosi a Benedetto XVI, che la usò come alternativa alla laïcité francese nella sua visita all’Eliseo del 2008.

Una laicità – sottolinea Bergoglio – “non ostile e conflittuale, ma amichevole e collaborativa”. Dalla quale Stato e Chiesa possono trarre reciproci benefici. Citando l’articolo 7 della Costituzione, su indipendenza e sovranità “ciascuno nel proprio ambito” di Stato e Chiesa, il Papa ha rilanciato la collaborazione “tra comunità ecclesiale e comunità politica in quanto sono, entrambe, a servizio delle stesse persone umane”.
Propongo alcune riflessione a margine dei discorsi ufficiali.

Leggi l’articolo completo di Luigi Bottazzi su La Libertà del 24 giugno

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