I 50 anni della Missione reggiana in Madagascar

I cambiamenti avvenuti, gli eventi in programma

Ci stiamo preparando da un po’ di tempo a celebrare i 50 anni di presenza della Missione della Diocesi di Reggio Emilia- Guastalla in Madagascar. Missione che a suo tempo aveva stupito per la modalità.
Era iniziata, e si andava consolidando, l’esperienza dei “fidei donum”: sacerdoti che chiedevano di andare personalmente in missione per un tempo; nel 1961 era partito don Pietro Ganapini per il Madagascar, seguito nel ’65 da don Piergiorgio Gualdi. Ma era un fatto inconsueto e innovativo che una Diocesi, in quanto tale, inviasse una nutrita équipe, composta di 11 persone di vocazioni diverse, ad una Chiesa sorella per il servizio che si esprimesse in modo diretto nel lavoro pastorale nelle parrocchie, nella pastorale della carità con le Case della Carità, e nel campo assistenziale rilevando, mantenendo e gestendo un ospedale della diocesi di Fianarantsoa, avendo l’unico intento di annunciare il Vangelo di Cristo.

Fu questa la scelta coraggiosa e profetica di monsignor Gilberto Baroni, dopo l’esaltante ed ispiratrice esperienza del Concilio Vaticano II, che nel 1967, con la collaborazione di don Mario Prandi e don Dino Torreggiani, inviò una squadra composta da quattro laici, tre Carmelitane Minori delle Case di Carità, due Servi della Chiesa, uno laico e uno sacerdote ed un prete diocesano, accompagnati da don Mario Prandi, per attuare la vocazione missionaria essenziale di ogni singolo battezzato e di ogni Chiesa locale. Infatti l’anno seguente, scrivendo la lettera pastorale, il vescovo Baroni affermerà: “Nessun Vescovo ha il diritto di dire: la mia diocesi e basta! Nessun parroco ha il diritto di dire: la mia parrocchia e basta! La sollecitudine verso la Chiesa universale, gli interessi di tutte le anime da salvare, in una parola lo zelo missionario è una dimensione inseparabile dalla nostra fede”.

Continua a leggere l’articolo di don Romano Zanni su La Libertà del 24 giugno

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